U n meme che si è propagato velocemente attraverso internet recita: «Indagine sulla piattaforma Rousseau: «Draghi, cosa ne pensate?» Il 70% ha risposto: «Sì, esistono». I grillini sono derisi, percepiti come quelli ignoranti al punto da scambiare la Libia con il Libano, inclini a credere ai complotti più inverosimili sbagliando i congiuntivi e immaginando una scuola con i banchi a rotelle. Un movimento qualunquista, con un fondatore comico, mattatore e istrionico, capace però di creare un partito da un vaffa day, utilizzando persone come fossero conigli usciti dal suo cappello e che devono rientrarci all'ordine del prestigiatore, cui assicurano la standing ovation alla fine dello show. Stessa sorte dovrebbe accettare Giuseppe Conte, professore di cui non si conosceva l'esistenza finché Grillo lo indicò come testa di legno per il posto di premier della nazione. Conte arriva, si insedia e durante l'epidemia si mette in cattedra come da sua professione, a forza di decreti dà ordini ai suoi alunni-cittadini, attraverso conferenze stampa cui si presenta sempre elegante e in ritardo come la più desiderata tra le spose promette e richiede eterna fedeltà. A fare di conto, il suo governo ha fatto il bello e cattivo tempo ma non ha risolto un solo problema. Lo scontro tra Grillo e la sua creatura è il duello tra due narcisismi che si contendono il potere assoluto perché si immaginano forti, speciali, necessari e sufficienti per se stessi e il resto del mondo a prescindere dai risultati.
In un post sui social Conte si dice contento della possibilità di tornare a parlare tra le persone, perché è questo, dice, il sale della politica, ma quale politica? Quella del potere di decidere se gli italiani escono o non escono dopo le 10 sera o di impadronirsi di un movimento che di realmente attrattivo ha avuto solo il suo fondatore che ora vorrebbe eliminare per far posto a sé? Nella coppia Conte-Grillo è iniziata una escalation simmetrica per cui al comportamento aggressivo dell'uno corrisponde una reazione aggressiva dell'altro innescando una situazione competitiva con una prepotenza crescente che finisce soltanto se uno dei due si sottomette. Se da una parte c'è un padre padrone dall'altra c'è un Bruto che si vuole liberare dal potere paterno soltanto per impossessarsi di una risorsa che non ha guadagnato.
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