Il radiato Palamara ora si butta in politica. Oggi l'annuncio: "La battaglia continua"

L'ex magistrato tentato dalla candidatura alle suppletive di Roma coi Radicali

Il radiato Palamara ora si butta in politica. Oggi l'annuncio: "La battaglia continua"

Luca Palamara si candida? Le Sezioni Unite della Cassazione hanno appena messo la pietra tombale sul suo ricorso contro la radiazione dalla magistratura ed ecco l'annuncio di una conferenza stampa che sa di clamoroso.

Oggi, alla sede del partito radicale, l'ex pm di Roma, ex presidente dell'Anm ed ex membro del Csm, quello che ha fatto esplodere lo scandalo che ha travolto la magistratura italiana, parlerà di referendum giustizia, caos procure ed elezioni suppletive, annuncia asettico un comunicato. Elezioni suppletive? Forse Palamara si è stufato di essere «ex» di tante cose, vuole vivere nel presente e cerca un nuovo ruolo, ufficiale, per dire la sua su un mondo che conosce negli anfratti più nascosti, quello della giustizia.

Perché, altrimenti, il grande manovratore delle nomine a Palazzo de' Marescialli, il dominus che creava e rompeva alleanze pericolose e sempre diverse tra le correnti, l'accusato di corruzione a Perugia che dovrà affrontare un processo, dovrebbe parlare del voto d'autunno?

In un agosto in cui la riforma della giustizia è al centro del dibattito politico e divide il governo, la maggioranza, il Parlamento, magistrati, avvocati, giuristi in genere ed uomini della strada, ecco che Palamara sembra rispondere ad una mossa con una contromossa. La mossa del cavallo, che può tirarlo fuori da una situazione critica e rimetterlo in gioco.

Palamara, allora, si candida? Ne avremo conferma solo oggi a via di Torre Argentina, sapremo se davvero è così, con quale forza politica e dove (magari alle suppletive di Roma?).

Quel che certo è che ha avuto il suo peso, almeno nell'accelerazione dell'annuncio, anche il fatto che la decisione su di lui della Cassazione, che risale a giugno, sia arrivata puntuale nello stesso giorno in cui il titolare dell'azione disciplinare, il procuratore generale, Giovanni Salvi (che ha ottenuto dal Csm una condanna pesantissima ed «esemplare», quanto inusuale, per Palamara), prendeva uno schiaffo sonoro dallo stesso Consiglio sul caso del pm di Milano, Paolo Storari.

Lui, l'autore con Alessandro Sallusti del libro bestseller «Il Sistema», diventato grande accusatore dei colleghi e assurto al ruolo di vero esperto, spesso interrogato su come correggere le anomalie della giustizia, ha forse intenzione di cavalcare l'onda di una notorietà che, nel bene nel male, ne fa un personaggio di primissimo piano. Forse, pensa di poter dare lezioni più di molti altri che pontificano sulle storture di un sistema giudiziario in cui ha agito dai vertici, in ruoli diversi e da ogni prospettiva. In Procura, nel sindacato delle toghe, nell'organo di autogoverno della magistratura e infine come accusato e imputato, in sede disciplinare e in sede penale.

Dopo la notizia che non avrebbe mai più indossato

la toga, salvo colpi di scena che a questo punto sarebbero più che clamorosi, Palamara ha promesso: «La battaglia continua». E forse non parlava solo del suo ricorso in Europa, contro una rimozione che considera ingiusta.

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