Rafah, stop dall'Aia. E Bibi bombarda

La Corte: fermare le operazioni. Ben Gvir: "Antisemiti". Esultano Anp e Hamas

Rafah, stop dall'Aia. E Bibi bombarda
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La Corte internazionale di giustizia dell'Aia ha ordinato allo Stato ebraico di fermare l'offensiva militare a Rafah. E ha anche sollecitato il «rilascio immediato» degli ostaggi israeliani e chiesto di aprire il valico di frontiera di Rafah per l'assistenza umanitaria. Non solo. Per il presidente del Tribunale Nawaf Salam: «Israele deve garantire l'accesso alla Striscia di Gaza a qualsiasi commissione incaricata di indagare sulle accuse di genocidio».

Pochi minuti dopo la decisione però aerei da guerra hanno lanciato attacchi sul campo di Shaboura, nel centro della città di Rafah, confermando l'intenzione dello Stato ebraico di non volersi fermare. I suoni dei bombardamenti erano terrificanti e nuvole di fumo nero salivano sugli edifici, ha riferito un attivista locale. Anche Hamas è intervenuta con parole di fuoco: «Questa disposizione non è sufficiente» ha intimato, e ha chiesto lo stop alla «guerra in tutta Gaza». Il premier israeliano Benjamin Netanyahu in risposta ha convocato una riunione con una serie di ministri, tra cui quello della difesa Yoav Gallant, degli esteri Israel Katz e con il Procuratore generale Gali Beharav-Miara. Mentre il ministro per la Sicurezza nazionale, Itamar Ben Gvir, ha commentato con durezza: «La risposta alla decisione del tribunale antisemita deve essere di occupare Rafah». Pure Benny Gantz ha parlato al telefono con il segretario di Stato Usa Antony Blinken sul provvedimento. E ha poi ribadito: «Siamo obbligati a continuare a lottare ovunque, anche a Rafah». È intervenuto infine anche il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres: «Le decisioni dell'Aia sono vincolanti, siano rispettate», ha ripetuto. E la lotta, le operazioni nella Striscia, continuano. Ieri l'Idf ha recuperato i corpi di 3 rapiti israeliani, dopo il blitz all'interno di Jabalia.

Gli ostaggi si chiamavano Michel Nisenbaum, 59 anni, Hanan Yablonka, 42 anni e Orión Hernández Rado, 30 anni. L'esercito ha spiegato che «sono stati assassinati durante il massacro del 7 ottobre e portati a Gaza dall'incrocio del kibbutz Mefalsim» nel Sud dello Stato ebraico. Mentre nel Nord di Gaza aerei israeliani hanno colpito diverse case e hanno ucciso almeno sette persone. Un'abitazione è stata danneggiata nel quartiere di Fakhoura, vicino al campo profughi di Jabalia. Un'altra è stata presa di mira nel quartiere di Sheikh Radwan, a nord di Gaza City. Altre decine di civili palestinesi sono stati feriti quando gli aerei israeliani hanno attaccato due appartamenti nelle vicinanze. E secondo l'Idf, Diaa al-Din al-Sharafa, vicecomandante delle forze di sicurezza nazionale di Hamas, è stato ucciso.

Non tutto è perduto e si riaccende una speranza sui negoziati. Il direttore della Cia, William Burns, è atteso a Parigi per tentare di rilanciare i colloqui per il rilascio degli ostaggi. Secondo il Times of Israel Burns dovrebbe incontrare il capo del Mossad David Barnea e il primo ministro del Qatar Mohammed bin Abdulrahman Al Thani.

La riunione sarà la prima da quando i negoziati si sono interrotti due settimane fa, dopo che Hamas ha risposto, a una proposta avanzata dai mediatori americani, qatarioti ed egiziani, con un'offerta ritenuta inaccettabile da Stati Uniti e Israele. Non è chiaro se anche il capo dell'intelligence egiziana Abbas Kamel parteciperà al meeting come ha fatto in passato, ma il Cairo rimarrà comunque coinvolto nel processo di mediazione.

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