La giornata della vigilia è giornata di polemiche aperte, a Roma. A poche ore dal ballottaggio Virginia Raggi, pesantemente accusata dal Pd per non aver spiegato l'omissione delle consulenze alla Asl di Civitavecchia nell'autocertificazione al Comune, si difende su Facebook. E i sostenitori del suo antagonista dem, Roberto Giachetti, la denunciano per aver rotto il silenzio elettorale. Mentre il giorno prima ripetevano «non risponde, scappa» e prevedevano l'ineleggibilità della candidata grillina in base alla Severino.
C'è davvero del surreale nell'ultimo duello sul Campidoglio. Su cui piomba anche la notizia di un esposto contro la Raggi dell'associazione Anlep, il cui vicepresidente sarebbe un dirigente del Pd romano. La procura smentisce di aver aperto un fascicolo.
Come se non bastasse, scoppia il caso Lo Cicero con accusa di omofobia. La Raggi ha indicato l'ex campione rugbista come assessore allo Sport nella sua eventuale giunta e qualcuno tira fuori vecchie dichiarazioni del «Barone» sul web. Andrea Lo Cicero diceva di non usare in campo altre protezioni, oltre al paradenti, non quelle «per le spalle, roba da frocetti». Ora Fabrizio Marrazzo di Gay Center dichiara: «Abbiamo seri dubbi sulla capacità eventuale di Lo Cicero a ricoprire incarichi istituzionali, visto che si presenta con un biglietto da visita dal linguaggio omofobo».
Sui social compare poi un articolo di Liberation del 2006 su una sua condanna a pagare 150mila euro di danni al Tolosa per aver giocato con la nazionale italiana contro la Spagna nel 2003, mentre per il club francese era in congedo per malattia.
Tutto dopo che la Raggi su Fb reagisce al pressing del giorno prima sulle consulenze. «Solo per dimostrare la pochezza di certe accuse. Ecco l'autocertificazione del 2015, nella quale specifico di aver svolto l'incarico, come legale fiduciario, per conto della Asl di Civitavecchia, percependo un acconto di 1.878,69 euro e specificando, tra l'altro, la data di emissione della fattura, vale a dire il 2014. L'autocertificazione è del 2015 perché è nel 2015 che percepisco - come recita l'allegato - il relativo compenso. Per quanto riguarda invece l'incarico del 2012 non ero ancora consigliere e non era previsto alcun albo speciale».
Il Pd, però, manda agli elettori l'sms: «La bugia che la condanna. Raggi ha mentito e risponderà in tribunale. Roma non merita un sindaco bugiarda». La reazione dei dem è compatta. «Violano il silenzio elettorale per dire bugie. Le cose stanno così, altro che tutto regolare», scrive il presidente Pd Matteo Orfini su Twitter, definendo la Raggi «bugiarda seriale».
Andrea Romano twitta: «M5S violano silenzio elettorale: coprono Raggi su consulenza Asl? Virginia dicci la verità e non scappare». Deve parlare o no, la Raggi? Lei ha buon gioco a denunciare «una delle campagne più sporche degli ultimi anni».
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