"Si è liberato il posto di responsabile del Turismo, fai la domanda", questa frase, contenuta in una chat fra i fratelli Marra dell'ottobre scorso, potrebbe complicare il futuro di Virginia Raggi al Campidoglio.
In una lunga conversazione via Whatsapp, l'ex capo del personale del Campidoglio Raffaele Marra esortava il fratello Renato, allora vice capo della polizia municipale, a candidarsi per la nomina, che sarebbe arrivata il 9 novembre successivo. Parole che contraddicono quanto Virginia Raggi ha detto alla responsabile dell'anticorruzione del Campidoglio: "Sono stata io a sceglierlo (Renato Marra, ndr), ho fatto tutto da sola".
Proprio su questa incongruenza orbita l'accusa di falso che la Procura di Roma contesta a Virginia Raggi, che verrà interrogata il prossimo 30 gennaio. Il procuratore aggiunto Paolo Ielo e il pm Francesco Dall'Olio le contestano due episodi di abuso d'ufficio, commessi in concorso con l'ex collaboratore Raffaele Marra, ora in carcere. "In concorso fra loro e previo concerto" Raggi e Marra avrebbero violato il regolamento comunale che vieta la partecipazione dei funzionari nella nomina di parenti e prevede la valutazione "comparativa dei curricula degli aspiranti".
Come riporta l'Huffingtonpost, nell'invito a comparire si legge che Raggi e Marra "procedevano alla nomina di Renato Marra, fratello di Raffaele, alla direzione del Turismo di Roma Capitale procurando intenzionalmente al medesimo un ingiusto vantaggio patrimoniale costituito sia dalla nomina illegittima, sia dall'attibuzione di una fascia retributiva superiore a quella già posseduta". Inoltre, "per occultare il reato commesso", Virginia Raggi affermava "contrariamente al vero" all'Anticorruzione del Comune che "il ruolo di Raffaele Marra, in relazione alla procedura per la nomina del fratello Renato, era stato di mera e pedissequa esecuzione delle determinazioni da lei assunte, senza alcuna partecipazione alle fasi istruttorie di valutazione e e decisionali e con compiti di mero carattere compilativo".
Le chat dimostrerebbero, quindi, secondo gli inquirenti, quale influenza avesse Marra su Raggi, ma anche sugli
altri componenti dello staff. E proprio su questo si concentrerà l’interrogatorio del 30 gennaio prossimo. Intanto, il sindaco di Roma si dice "molto serena" e ribadisce fiducia nel lavoro della magistratura.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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