Raggiunto il picco. "Ma ora teniamo la guardia alta"

Il presidente dell'Istituto superiore di sanità Brusaferro: "Siamo al plateau, indice di trasmissione vicino a 1". Borrelli: 2.107 nuovi positivi e altri 837 decessi

Raggiunto il picco. "Ma ora teniamo la guardia alta"

Appiattimento della curva dei malati per poi iniziare una lenta flessione fino all'azzeramento dei casi previsto in Italia nella seconda metà di aprile. Le previsioni che si stanno avverando fanno tirare un cauto sospiro di sollievo all'Italia. Fino a ieri abbiamo continuato a sentire parlare di picco. Il massimo della traiettoria della curva di contagi oltrepassata la quale, il numero degli infetti scende. E invece ieri il presidente dell'Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro presentando i dati sull'andamento epidemiologico, ha giustamente parlato di un «plateau». Il raggiungimento di un altopiano, un contenimento dentro cui i numeri si stabilizzano e si decongestionano le strutture sanitarie, la fase in cui il picco si mantiene stabile per un certo periodo, dato importantissimo che ci dimostra che le misure stanno funzionando. «Ma raggiungere il plateau non vuol dire aver raggiunto l'obiettivo, perché ora deve iniziare la discesa». A oggi l'indice di contagiosità del virus, cioè quante persone ogni malato può contagiare, è intorno a 1. «L'obiettivo è che vada sotto 1 e poi arrivi a zero», ha detto. «Dobbiamo mantenere tale indice sotto l'uno, intorno allo 0,5, con misure efficaci, per il valore zero contagi ci vorranno mesi».

La prospettiva dunque è ancora lunga. «Pure se siamo in cima ora dobbiamo gestire la discesa» ha spiegato Brusaferro. Si dovrà aspettare e pazientare per uscire, per riprendere la vita quotidiana così come la intendevamo prima dell'emergenza virus. Oggi intanto si guardano i risultati positivi: a livello nazionale si è passati in pochi giorni da un incremento quotidiano di 6.500 casi a 4.000 circa di lunedì. Brusaferro ha anche parlato di test più rapidi e di tecnologia messa a punto per riuscirci.

In serata poi, i numeri della Protezione Civile confermano il trend stabile. Salgono a 2.107 i nuovi positivi da coronavirus, in leggera ripresa rispetto ai 1.648 casi registrati lunedì (77.635 casi totali). In lieve aumento anche i decessi passati a 837 rispetto agli 812 registrati l'altro ieri(12.428). Continua ad essere superiore a mille il numero dei guariti seppur in calo rispetto al record di due giorni fa pari a 1.590 pazienti guariti. «C'è una diminuzione del numero dei ricoverati, ha spiegato Roberto Bernabei, del comitato tecnico scientifico in conferenza stampa insieme al capo Borrelli, dai 1.276 del 26 marzo ai 397 di ieri, e lo stesso per la terapia intensiva, l'incremento giornaliero era di 120 del 26 marzo ai 42 di ieri. È un dato che ci da una fotografia generale dell'andamento e di come il sistema ospedaliero fa fronte a questi numeri che sono in via di contenimento». Subito dopo, la frase di rigore pronunciata anche dallo stesso Borrelli: «Il distanziamento sociale va mantenuto». L'età più colpita è sempre quella degli over 70, gli anziani sono i più fragili, «L'età media ha spiegato Bernabei è 79 anni e il 70% sono uomini e il 30% sono donne» che sembrano essere più forti, anche davanti a questo virus. Ha poi accennato alla situazione delle case di riposo, «zone grigie» in questa emergenza, «dove l'intervento è molto difficile su cui arriveranno però presto nuove indicazioni. Fasce deboli, da tutelare, come i centri per minori.

Borrelli poi, ha voluto ricordare ancora una volta il lavoro dei medici, i morti tra loro, lo sforzo straordinario di tutti gli operatori sanitari impegnati in prima linea, e ha parlato di eccellenze, come l'ospedale Sacco di Milano «un'altra eccellenza della sanità italiana».

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