Rai, Meloni convoca Fuortes a Palazzo Chigi ma lo sfratto del manager è solo rimandato

L'ad rifiuta la direzione del Maggio fiorentino. Nuovo vertice tra due mesi

Rai, Meloni convoca Fuortes a Palazzo Chigi ma lo sfratto del manager è solo rimandato

In sostanza, uno sfratto ritardato di due mesi. Si è chiuso così l'incontro di ieri tra Carlo Fuortes e Giorgia Meloni. Un rendez-vous che serviva a chiarire il futuro dell'ad della Rai da tempo in predicato di lasciare la tv di Stato. Nel corso del colloquio è stata esaminata la situazione economico-finanziaria della Tv di Stato in vista del bilancio consuntivo 2022 che verrà chiuso entro il mese di aprile. Dopodiché il presidente del Consiglio e Fuortes torneranno a incontrarsi. Insomma, palazzo Chigi dà il tempo al manager - e precisa anche la data - di finire il lavoro corrente e poi si vedrà a quale incarico sarà destinato. L'ad della Tv pubblica, nominato da Draghi, da mesi sta sulla graticola: la sua poltrona è cominciata a traballare con il cambio di maggioranza. Non solo Fratelli d'Italia non ha una rappresentanza in consiglio di amministrazione (non essendo stato riconfermato Giampaolo Rossi), ma molte delle più importanti cariche direttive sono in mano a dirigenti di area di centro-sinistra. A questa fotografia politica, si è aggiunta una situazione di ingovernabilità con una parte del cda che ha votato contro snodi cruciali come il budget del 2023. Da tempo il centro-destra chiedeva una svolta, un riequilibrio che, comunque, Fuortes ha tentato di mostrare giocandosi tutte le carte per rimanere in sella, basta vedere l'ampio (e naturale) spazio dato al governo nei notiziari. Però, la situazione è precipitata con Sanremo, sotto accusa per episodi che urtano la sensibilità di una fetta del Paese come il bacio tra Fedez e Rosa Chemical, la foto stracciata di un vice ministro da parte dello stesso Fedez, l'arrivo del presidente della Repubblica all'insaputa dei consiglieri Rai. A questo si è aggiunta la questione della pubblicità occulta, sempre al Festival, che è arrivata sul tavolo dell'Agcom. Il caso sarà affrontato nella riunione di domani: le accuse riguardano la grande vetrina concessa ad Instagram con gli sketch tra Chiara Ferragni e Amadeus (sono da considerarsi show o spottoni non pagati?) e altri casi che riguardano auto, gioielli, vestiti, telefonini mostrati da presentatori e ospiti. Insomma, una lunga serie di problemi che hanno messo l'ad nell'angolo. A Fuortes era stato proposto di diventare commissario del Maggio Musicale di Firenze, ma ha rifiutato e ieri è stato indicato dal consiglio del Teatro il nome di Ninni Cutaia per la carica di sovrintendente da indicare al Ministero della Cultura. Nei desiderata di Fuortes ci sono La Scala, che però punta sulla riconferma di Meyer o il San Carlo di Napoli. Si vedrà.

Invece, ad aprile, sempreché l'ad non trovi il modo di convincere la Meloni a restare un altro anno fino alla fine del mandato, sulla sella di comando dovrebbe salire Roberto Sergio, attutale direttore Radio Rai, con Giampaolo Rossi (di area meloniana) direttore generale.

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