Raiuno si affida a Fazio per oscurare il flop Pd

Disservizio pubblico

Raiuno si affida a Fazio per oscurare il flop Pd

Chissà, forse stasera Giggino aveva davvero qualcosa di meglio da fare: una partita a calcetto, la pizza del martedì con gli ex compagni delle medie, un serrato torneo di Monopoli. O magari ha ragione Renzi: «Scappa perché ha paura. Ma se uno vuole governare l'Italia non può temere uno studio televisivo». Fatto sta che, dopo averlo sfidato in tv, scelto il giorno, il canale, il programma e il conduttore a lui più congeniale, Luigi Di Maio ha cancellato il faccia a faccia con il segretario del Pd. Spiegazione: «È politicamente defunto, il nostro competitor non è più lui». E qui si capisce pure un'altra cosa, che il candidato premier grillino preferisce incorrere in una colossale figuraccia piuttosto che rischiare di farsi strapazzare. Di più: meglio la fuga da un terreno non troppo ostile, come Dimartedì su La7 condotto da Giovanni Floris, che rilegittimare il nemico in difficoltà, riconoscendolo come «l'avversario» da battere in un confronto.

Niente di nuovo, in fondo, in passato Di Maio ha già bidonato Semprini e Santoro. Matteo Renzi però c'è rimasto male. Il dibattito era un'ottima occasione per oscurare mediaticamente la sconfitta sicula e rilanciarsi. Lui comunque si presenterà a La7, che invece di un duello offrirà un one man show: «Io ci sarò lo stesso e risponderò su tutto, dalla Sicilia alle tasse, dai vaccini alle banche, dall'economia alla politica estera. Se Di Maio ha un sussulto di dignità, lo aspettiamo in studio. Altrimenti faremo con i giornalisti». Matteo Orfini, presidente Pd, spera che Floris mantenga il confronto. «Al limite con una sedia vuota. Tanto non si noterà la differenza». Aggiunge Renzi: «Mi spiace che gli italiani rischino di essere guidati da un leader senza coraggio e che inventa scuse ridicole per non confrontarsi. Il leader del Pd lo decidono le primarie, cioè la democrazia interna, non un software».

E c'è proprio la mano della Casaleggio Associati dietro la ritirata di Giggino. Ai vertici massimi di M5s, che l'hanno definita «un'iniziativa tutta sua», l'idea geniale di sfidare Renzi non è piaciuta un granché. «Non possiamo accostare la nostra immagine a un perdente», rivela Manlio Di Stefano. Quindi, abbiamo scherzato, appuntamento cancellato. «Avevo chiesto il confronto - tweetta Di Maio - qualche giorno fa, quando Renzi era il candidato premier di quella parte politica. Il terremoto del voto in Sicilia ha completamente cambiato questa prospettiva. Mi confronterò con chi sarà indicato come candidato premier da quel partito o quella coalizione. A breve ci sarà una direzione del Pd». In compenso Di Maio andrà domenica da Fabio Fazio, a Che tempo che fa su Rai Uno, «un'ospitata in solitaria e senza contraddittorio». Quanto a Floris, potrà consolarsi con un'intervista a Alessandro Di Battista la prossima settimana. Anche lui da solo. Ma il popolo dei Cinque Stelle non gradisce il dietro-front e riempie il sito web di critiche.

Ironizza pure Giorgia Meloni: «Se cerca vincenti, Di Maio può organizzare un confronto con me».

E Renato Brunetta ricorda come un anno fa «furono Renzi e la Boschi a scappare da faccia a faccia Rai sul referendum con noi, e le ragioni di allora non sono meno ridicole di quelle di Di Maio oggi». Perciò, conclude il capogruppo di Forza Italia alla Camera, «chi la fa, l'aspetti».

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