Rapinatore si consegna. "Fermatemi, mamma non merita il figlio ladro"

Il 24enne ha chiarito subito che la sua era una questione seria. E che era spinto a cambiare proprio nel timore di non riuscire a liberarsi più "da questo impulso" e "da un grande senso di colpa"

Rapinatore si consegna. "Fermatemi, mamma non merita il figlio ladro"
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All'apparenza un comune pendolare della rapina. Che da Tolmezzo, in provincia di Udine, da ottobre scorso arrivava periodicamente in treno a Milano e, messo a segno il suo colpo, tornava da dove era partito. Un tran tran a suo modo consolidato: non per niente si dice che ci si abitui a tutto e probabilmente per molti versi è proprio così. Ma a qualcuno arriva l'illuminazione che porta alla svolta di vita; il desiderio prepotente di cambiare per l'impossibilità di combattere sensi di colpa insuperabili. Un rapinatore che si pente non è cosa da poco. Così giovedì quando questo ragazzo italiano di 24 anni, con un precedente per rapina (era già stato in carcere sei mesi dopo un colpo vicino alla stazione di Milano-Rogoredo) e qualche altro per droga, si è presentato all'ufficio denunce del commissariato di polizia di Lambrate, il dirigente, il vice questore aggiunto Francesco Calzolaio, persona delicata e attenta, si è chiuso con lui nel suo ufficio e ci ha parlato per 4 ore, vagliandone la storia.

Il 24enne ha chiarito subito che la sua era una questione seria. E che era spinto a cambiare proprio nel timore di non riuscire a liberarsi più «da questo impulso» e «da un grande senso di colpa». «In questi giorni sono stato da mia madre e l'idea che avesse in casa un ladro mi ha turbato molto» ha ammesso. «Sono disoccupato. Ho iniziato a fare rapine perché era il modo più rapido per guadagnarmi da vivere, ma ho scelto Milano perché non volevo che dalle mie parti si sapesse cosa stavo combinando», ha chiarito il ragazzo. E ha raccontato, con dovizia di particolari, dove aveva messo a segno i colpi e in quali giorni, precisando che aveva scelto i negozi da assalire (Tigotà e Ovs) aiutandosi con Google Maps affinché fossero vicini alle fermate del metrò per potersi poi dileguare. Il modus operandi è sempre stato lo stesso: il friulano fingeva di acquistare dei prodotti. Al momento di pagare, alzava il bavero del giubbotto e, sentito il «click» dell'apertura della cassa, saltava oltre il banco, spingeva il cassiere per impossessarsi del contante a mani nude, ma anche usando un coltellino per minacciare. Poi la fuga.

La sequenza delle sei rapine, messe a segno in centro e verificate dalla polizia, inizia il 14 ottobre 2024 (405 euro) e termina lo scorso 9 febbraio (400 euro), l'ultimo colpo prima della svolta. Dopo il fermo in carcere («abbiamo valutato con il pm che lasciarlo andare forse avrebbe portato il ragazzo a tornare a delinquere» spiega Calzolaio) ora si attende la decisione del gip.

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