Dal rapper all'infiltrato di Hamas: la rete pro-Pal che incita all'odio

L'attacco di Amsterdam coordinato da un'app di tassisti islamici. La campagna antisemita lanciata sui social già da settembre

Dal rapper all'infiltrato di Hamas: la rete pro-Pal che incita all'odio
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«Stop Ajax vs Maccabi!!», era il grido di battaglia dei filo palestinesi ad Amsterdam rilanciato sui social. Una campagna orchestrata da mesi a livello continentale per sbattere fuori gli israeliani dall'Europa league. Non solo: in Olanda un agitatore di Hamas, il gruppo Samidoun, per i prigionieri palestinesi, il rapper Appa, ma pure pezzi grossi come la vedova di uno dei presidenti della Banca centrale europea fomentano l'odio antisemita. E le autorità, fino a ieri, hanno spesso chiuso un occhio.

Gli hooligans della squadra israeliana hanno fatto la loro parte strappando una bandiera palestinese e insultando gli arabi, ma la caccia all'ebreo scattata dopo la partita sarebbe stata addirittura coordinata grazie ad una app dei taxisti musulmani di Amsterdam.

Da giorni su Instagram, Telegram e altri social si preparava la mobilitazione anti israeliana, a tal punto che la prima cittadina ha vietato la manifestazione pro palestinese troppo vicina allo stadio. E la polizia ha fermato a stento centinaia di attivisti che volevano entrare per scatenare disordini durante la partita. Sui social si continua ad annunciare: «Faremo del mondo un posto angusto per l'occupazione» israeliana. «Questa è una battaglia diretta con i nostri nemici (Iof - forze di occupazione israeliane - e Mossad)». Gli slogan e gli appelli alla mobilitazione con tanto di poster degli hooligans del Maccabi, che bruciano un pupazzo raffigurante le Nazioni Unite, circolavano da giorni grazie ad alcuni account come «week4palestinenl», che usa come simbolo la mappa di Israele sovrastata interamente dalla kafya palestinese.

Non manca il simbolo del pugno chiuso con frasi da caccia all'ebreo: «I sionisti girano liberi per Amsterdam mentre Israhell commette massacri». La campagna, lanciata da settembre, a livello europeo, denuncia che «in un anno il regime genocida sionista ha assassinato 320 calciatori a Gaza. Israele deve essere bandito da tutti gli sport internazionali». Altri gruppi molto attivi in Olanda sono i «Lavoratori per la Palestina Paesi Bassi», l'associazione «No giustizia, no pace» e «Palestina libera.nl». Ancora prima del 7 ottobre le manifestazioni filo palestinesi, con il classico slogan «dal fiume al mare, Palestina libera» sono guidate da agitatori di peso, come rivela un rapporto del ministero per la Diaspora israeliano. Amin Abu-Rashid, è definito «un operativo di Hamas». Nel maggio 2022 la polizia ha trovato 150mila euro in contanti a casa sua e materiale di propaganda, che fa pensare ad un ruolo di finanziatore del gruppo terrorista. Per di più ha stretti rapporti in ambienti altolocati olandesi a cominciare da Greta Duisenberg, fan pro Palestina e vedova di Willem Duisenberg presidente della Bce dal 1998 al 2003.

Abu-Rashid difende Hamas in piazza, come «movimento di resistenza legittimo» assieme a Thomas Hofland, capo di Samidoun, un movimento internazionale in difesa dei prigionieri palestinesi. Stati Uniti e Canada hanno imposto, il 15 ottobre, sanzioni a Samidoun bollando la rete come «ente di beneficenza fittizio che funge da raccolta fondi internazionale per l'organizzazione terroristica del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (Pflp)». E il 28 ottobre hanno cominciato a muoversi anche Olanda e Germania. Un'altra fan pro Palestina è Carolien Nieuweboer, che ha raccolto 100mila euro per tappezzare le città olandesi con manifesti anti israeliani. La costola legale, rappresentata dall'avvocato Haroon Raza, ha chiesto l'arresto per «genocidio», nel marzo scorso, del presidente israeliano Isaac Herzog in visita ad Amsterdam.

Chi getta ulteriore benzina sul fuoco alimentando l'antisemitismo, anche alla vigilia della partita

con il Maccabi, è il rapper Appa. Al secolo Rachid El Ghazaoui, cittadino olandese di origini marocchine, ha più volte inneggiato a «un intervento militare» contro Israele, paragonandolo al nazismo, e negando l'Olocausto.

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