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Jobs Act, le reazioni politiche alla decisione della Consulta

Marcucci (Pd): "Decisione ineccepibile". Salvini: "Sentenza politica". Lorenzin: "Nessuna conseguenza sul governo". Lombardi: "Si tornerà al voto nel 2018"

Jobs Act, le reazioni politiche alla decisione della Consulta

La decisione della Corte costituzionale sui referendum promossi dalla Cgil sul Jobs Act scatena, com'era inevitabile, una ridda di commenti politici. "Una decisione ineccepibile della Consulta sull’articolo 18 - afferma il senatore Pd, Andrea Marcucci -. Il Jobs act è una buona legge, sui voucher sono necessarie modifiche". No comment dal Movimento 5 Stelle. "Non commento il no della Consulta - scrive su Twitter il deputato M5S Danilo Toninelli - ma il governo non canti vittoria: il Jobs act è veleno per economia e lo aboliremo". Durissima, su Twitter, la reazione di Roberta Lombardi (M5S): "Consulta boccia Referendum su art18. Ok, si vota nel 2018 quindi. Povera patria".

La decisione della Consulta non avrà "nessun effetto sulla tenuta del Governo", ha detto il ministro della Salute Beatrice Lorenzin.

"Quello sul articolo 18 - afferma in una nota il senatore di Forza Italia, Francesco Giro - era un quesito pastrocchio, in parte abrogativo ma in parte innovativo. Si arrivava non solo a reintrodurre l’art 18 ma a innovare persino la vecchia legislazione estendendo l’applicazione dell'art 18. Si legavano le mani anche ai piccolissimi imprenditori. Un obbrobrio giuridico che la Consulta non poteva che bocciare dando una bella tirata d’orecchie alla Cgil promotrice del referendum".

"Dalla Consulta sentenza politica - tuona il leader della Lega, Matteo Salvini - gradita ai poteri forti e al governo come quando bocciò il referendum sulla legge Fornero. Temendo una simile scelta anche sulla legge elettorale il prossimo 24 gennaio, preannunciamo un presidio a oltranza per il voto e la democrazia sotto la sede della Consulta a partire da domenica 22 gennaio". "Il no sull'articolo 18 e il sì a quelli sui voucher e sugli appalti - prosegue afferma il sen. Roberto Calderoli, vicepresidente del Senato - rappresentano una decisione prevedibile e condivisibile sia rispetto alle due ammissibilità sia rispetto alla non ammissibilità al referendum sull'articolo 18".

"La Corte costituzionale ha detto no al referendum della Cgil - dichiara Maurizio Lupi, capogruppo dei deputati di Area popolare - È una buona notizia.

Così come formulato il quesito avrebbe riportato indietro la legislazione sul lavoro a un sistema rigido e senza flessibilità, con il risultato di ingessare ulteriormente il mercato del lavoro e lo sviluppo soprattutto delle piccole imprese".

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