È record di stranieri. "Pronti per nuovi mercati"

Feltrin (Federlegno): "I dazi? Il Salone ha offerto la possibilità alle nostre imprese di poter agire subito"

È record di stranieri. "Pronti per nuovi mercati"
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Numeri in linea con la Biennale Euroluce del 2023, che aveva totalizzato 307mila visitatori, la scoperta di nuovi mercati, la tenuta dell'Europa sia a livello di espositori che di visitatori e la consapevolezza di essere ancora una salvezza per il settore dell'arredamento e per gli imprenditori del made in Italy. È con questi punti fermi che si chiude l'edizione numero 63 del Salone internazionale del Mobile a Rho Pero, che ha totalizzato 302.548 presenze. Una fiera definita un faro nell'ombra dell'incertezza dello scenario economico che si fa forte dell'esperienza passata: questa è la terza «scoppola» che ci arriva a livello di scenari internazionali - ricorda Maria Porro, presidente del Salone del mobile-: prima il Covid, poi il conflitto russo ucraino e quello israeliano palestinese e ora l'annuncio dei dazi da parte del presidente Usa Donald Trump. Il Salone è la migliore «risposta no panic» alla crisi dell'economia e alle reazioni scomposte ed istintive che si sono alternate in queste ultime settimane da parte dei vari paesi.

«Il governo ha le idee chiare sul da farsi» ha assicurato il ministro degli Esteri e vice premier Antonio Tajani parlando di come agirà il governo nell'affrontare i dazi americani, in collegamento da Osaka, dove si trova per l'Expo. Secondo il vicepremier la decisione di Trump, e di conseguenza anche della Ue, di rinviare le tariffe «va nella giusta direzione». «Stiamo cercando di fare capire che il panico è il peggiore nemico dell'economia e non bisogna spaventarsi - ha proseguito - sembrava che cadesse il mondo, invece si è deciso di rinviare tutto. Il crollo delle borse ha creato danni, troppe reazioni ci sono state in tutto il mondo a volte scomposte. Questo non può e non deve accadere, nelle difficoltà bisogna avere le spalle larghe e capire cosa si vuole fare» ha concluso. La linea? Al di là del fatto che giovedì si terrà il faccia a faccia tra il premier Giorgia Meloni il presidente Usa Trump, è lavorare per aprire nuovi accordi e nuovi mercati. «Io dico che certamente dobbiamo continuare a lavorare sul mercato europeo e siamo grandi interlocutori degli americani. Ma ci sono altre realtà, io sono reduce da una missione in India che è stata molto positiva» ha spiegato ancora Tajani. Questo per «vedere come potere riformulare la nostra presenza nel Paese, per gli investimenti e le esportazioni e, lo stesso facciamo in Giappone», ha aggiunto. L'obiettivo ha ribadito Tajani è arrivare «a 700 miliardi di export italiano dai 623,5 dello scorso anno». Oltre a India, Vietnam e Giappone ci sono poi i Paesi del Golfo, Turchia, Canada e Messico.

«Il fatto che siano stati annunciati prima dell'apertura del Salone del Mobile paradossalmente è stato un fatto positivo che ha permesso ai nostri imprenditori di riuscire a parlare di persona con i partner colpiti da questi annunci - ha spiegato il presidente di Federlegnoarredo Claudio Feltrin -. Non sappiamo quale sarà l'entità dei dazi, ma il Salone del Mobile conferma di essere il punto irrinunciabile per le nostre aziende - ha aggiunto -, sia in una situazione economica positiva sia in una non così favorevole. Ma il Salone offre alle imprese la possibilità di agire subito e questa è l'opportunità per le nostre aziende».

C'è già un record ovvero la percentuale degli operatori stranieri che sono stati il 68%. «Il dato definito dei visitatori che chiuderemo stasera è in linea con l'edizione 2023 di EuroLuce - ha spiegato Porro -. I Paesi da cui provengono sono 151, gli Usa sono uno dei questi Paesi. Ecco perché l'investimento del Salone nel promuovere questo evento a livello globale, cercando di aprire nuove strade è oggi più che mai è una reazione no panic che l'industria sta dando», ha aggiunto. «Il primo Paese rimane la Cina con una leggera flessione sul 2023 mentre c'è una netta flessione sul 2024, quindi in questo caso abbiamo un parallelismo con l'andamento del mercato cinese - ha proseguito -, che ha fatto un meno a doppia cifra molto importante.

Gli operatori europei hanno avuto una buona tenuta, è il primo mercato per l'arredo, seconda abbiamo la Germania, poi la Spagna, con un numero importante di operatori. C'è poi la Polonia che è un Paese molto interessante e che sta diventando molto sensibile all'arredo italiano, tanto da aver totalizzato un +9% sull'export italiano.

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