Botta e risposta durissimo tra il presidente dell'Inps, Stefano Boeri, e il Movimento 5 Stelle. Il motivo del contendere è il reddito di cittadinanza, la prima promessa elettorale fatta dal M5S. "Il reddito di cittadinanza, come previsto dal M5S nella sua proposta di legge nella scorsa legislatura potrebbe costare tra i 35 e i 38 miliardi di euro", osserva Boeri a margine della presentazione del primo bilancio del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali e di Inps sul reddito di inclusione. Sottolinea che si tratta "di una cifra molto consistente". E prosegue ricordando che il costo della misura contenuta nella proposta di legge "depositata alle Camere nel 2015 era valutato in 29 miliardi. Ora abbiamo rifatto queste stime e pensiamo che il costo sarebbe più alto, tra i 35 e i 38 miliardi". Una cifra che fa pensare a un'intera manovra finanziaria, più che ad una singola misura.
Immediata la replica del Movimento 5 Stelle, che interviene con una dichiarazione congiunta dei due capigruppo, Giulia Grillo (Camera) e Danilo Toninelli (Senato): "Basta bugie sul reddito di cittadinanza. L'Istat ha calcolato in 14.9 miliardi di euro la spesa annua, più 2 miliardi d'investimento il primo anno per riformare i centri per l'impiego".
"È un fatto molto positivo che in Italia si parli di misure di contrasto alla povertà", ha aggiunto Boeri nel suo intervento, facendo un appello alle forze politiche che hanno "imbracciato la bandiera del reddito minimo".
L’Italia, ha proseguito Boeri, è "in ritardo di 70 anni rispetto ad altri paesi. Oggi c’è un reddito minimo ai primi passi, ancora sottofinanziato" ma "la platea interessata da luglio salirà a 2,5 milioni di persone e 700.000 famiglie".
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