Dal reddito al superbonus, cosa può cambiare (e cosa no) nella linea Draghi

Dopo l'incontro a palazzo Chigi con Conte, il premier Draghi sta valutando su quali punti assecondare le pretese pentastellate. Possibili aperture sul reddito, no invece ai condoni

Dal reddito al superbonus, cosa può cambiare (e cosa no) nella linea Draghi

Per quasi un'ora Mario Draghi è rimasto in silenzio ad ascoltare. Davanti a lui, Giuseppe Conte. Mentre l'ex avvocato del popolo snocciolava a palazzo Chigi il compendio delle richieste pentastellate, il premier probabilmente pensava alle soluzioni per salvare capra e cavoli. Ovvero, per blandire le pretese grilline e preservare la maggioranza. In un momento così delicato, infatti, il presidente del consiglio sa che eventuali strappi dei 5S metterebbero a soqquadro i già delicati equilibri interni al governo. "Se Conte vuole fare un altro Papeete ad agosto, Draghi se ne andrà", avrebbero avvertito fonti di palazzo, spiegando come il premier starebbe lavorando per evitare questo scenario.

L'unico modo per farlo - piaccia o meno - è quello di cedere su alcune condizioni poste dai Cinque Stelle nel loro documento consegnato al capo del governo. In quel carteggio, i pentastellati avevano condensato una summa dei loro cavalli di battaglia politici, dal reddito di cittadinanza al salario minimo. Tutti temi che Draghi aveva sempre guardato con una certa freddezza e che ora invece dovranno essere affrontati in modo definitivo. "Abbiamo bisogno di risposte chiare e di impegni precisi", aveva tuonato al riguardo Giuseppe Conte, lanciando il proprio aut aut. Dopo aver pazientemente ascoltato le rivendicazioni grilline, ieri il premier aveva preso tempo. "Prima devo studiare, valutare...", avrebbe detto. E aveva tirato dritto sul dl Aiuti su cui ha posto la fiducia (votata per altro dagli stessi grillini). Ora però i 5S attedono il suo riscontro.

Secondo indiscrezioni di stampa, il premier si sarebbe già fatto un'idea piuttosto chiara dei punti sui quali potrebbe assecondare la linea del Movimento. Draghi, in particolare, potrebbe concedere qualcosa sul reddito di cittadinanza, pur ravvisando tutte le criticità dell'attuale impostazione del sussidio. Sul punto, però, Conte gli avrebbe chiesto un appoggio plateale. "C'è bisogno che tu dica pubblicamente che sei a favore", lo avrebbe esortato l'ex premier. Aperture da palazzo Chigi dovrebbero arrivare anche sul superbonus, magari con dei correttivi da inserire nel decreto semplificazioni o nel testo sulle bollette. E sarebbe allo studio anche un intervento sul cuneo fiscale, tema che nel governo troverebbe l'appoggio anche di altri partiti.

Sul salario minimo, invece, Draghi sarebbe più cauto. Il premier ne parlerà probabilmente la settimana prossima coi sindacati e studierà a fondo la questione, che come noto non ottiene l'unanime consenso all'interno dell'esecutivo. Su un punto, invece, il capo del governo avrebbe fatto trasparire la propria contrarietà: la rateizzazione delle cartelle esattoriali. I condoni - sussurrano fonti vicine a palazzo Chigi - non sono esattamente nelle corde dell'ex banchiere. Inoltre, "Super Mario" non è disposto a cedere sulla politica internazionale e sull'invio di armi all'Ucraina, tema che infatti nel documento pentastellato veniva solo menzionato en passant. Alla faccia del polverone sollevato nelle scorse settimane sulla risoluzione di maggioranza con cui si rinnovava il supporto a Kiev.

"Ci aspettiamo risposte vere entro luglio", ha esortato Giuseppe Conte. Ma in molti ritengono che nemmeno l'ex avvocato del popolo ci creda davvero.

Prossimamente il capo pentastellatoe il premier si rivedranno; magari si confronteranno su qualche punto in particolare e decideranno di riaggiornarsi per altri ragguagli. È il gioco della politica: tra un rimpallo e l'altro - assicurano fonti parlamentari - la crisi si protrarrà fino a settembre.

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