Referendum, il Pd esulta: "Finita la guerra dei trent'anni contro le toghe"

Il Partito democratico festeggia: "Gli italiani hanno respinto la strumentalizzazione propagandistica. La guerra dei trent'anni sulla giustizia è finita"

Referendum, il Pd esulta: "Finita la guerra dei trent'anni contro le toghe"

Nulla di cui meravigliarsi, ma fa un certo effetto vedere un soggetto politico denominato Partito democratico che esulta per il mancato raggiungimento del quorum ai referendum sulla giustizia. La scarsa affluenza alle urne è un dato su cui bisogna inevitabilmente riflettere, ma il Pd non ha perso tempo per parlare di flop del centrodestra e festeggiare con motivazioni farneticanti. E così la bassa partecipazione alla consultazione popolare si è trasformata in un elemento grazie a cui sbandierare fieri e orgogliosi.

Per Anna Rossomando, senatrice e responsabile Giustizia dei dem, un'affluenza tanto risicata mette in luce che gli italiani "hanno scelto le riforme giuste respingendo la strumentalizzazione propagandistica di chi ha proposto il referendum". In realtà va riconosciuto che il silenzio mediatico e la sola finestra di voto di un giorno non hanno di certo favorito una massiccia partecipazione all'appuntamento elettorale. La Rossomando sostiene che "la guerra dei trent'anni sulla giustizia è finita".

Secondo Walter Verini, capogruppo del Partito democratico in commissione Giustizia, si tratta di cinque quesiti referendari "inutili e rischiosi". Poi la richiesta di porre uno stop a quelli che ritiene essere "intenti punitivi" nei confronti della magistratura. Marco Meloni, coordinatore della segreteria Pd, giudica "disastroso" il dato del referendum e ha indicato nel centrodestra e in particolare nella Lega i principali responsabili.

Andrea De Maria ha bollato l'iniziativa referendaria come "divisiva e inutile" e ha sollecitato a non fermare l'iniziativa legislativa in corso in Parlamento. Anzi: ha dichiarato che bisogna "lavorare con ancora più determinazione". In sostanza il Partito democratico cavalca l'onda dell'affossamento dei referendum sulla giustizia per provare a rilanciare la propria azione, per cercare di ottenere chissà quale potere all'interno della maggioranza.

La questione è ben scolpita nella mente di Marco Meloni: l'esponente del Pd auspica che "questa sconfitta nettissima" possa portare le forze politiche dell'area di centrodestra "a un sussulto di serietà" per portare a casa il pacchetto giustizia firmato dal ministro della Giustizia Marta Cartabia.

Il Partito democratico si è spaccato sui referendum: da una parte c'è chi è salito sulle barricate, mentre dall'altra c'è chi ha sostenuto alcuni dei cinque quesiti.

Ma di base appare evidente un dato di fatto: la galassia del Pd non ha fatto una chiamata alle urne, non ha lanciato appelli di forza per far recare gli elettori al seggio elettorale. E adesso esulta come se fosse una sua vittoria.

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