"Santoro, ho sempre tifato per te, ho mandato soldi per il tuo programma. Adesso sei un'altra delusione della mia vita. Auguri x il posticino in Rai che hai barattato con la tua dignità".
È solo uno dei tanti messaggi apparsi sulla bacheca di Servizio Pubblico, la trasmissione che ha condotto Michele Santoro. L'11 novembre il giornalista ha pubblicato una lettera nella quale esprimeva diverse critiche nei confronti del fronte del No.
Santoro, pur condividendo diverse perplessità sulla riforma costituzionale che sarà sottoposta al referendum il 4 dicembre, invita tuttavia a considerare che i punti deboli del ddl Boschi potranno poi essere successivamente modificati.
Gli utenti hanno interpretato la lunga lettera di Santoro come un'adesione al fronte del Sì e sono stati centinaia i commenti. Tanto che lo stesso Santoro ha dovuto pubblicare un altro post: "Cari amici, dopo la mia lettera di venerdì, sono arrivati una valanga di commenti che sto leggendo uno per uno. Per il momento voglio ringraziarvi per il tono generale di questa discussione e invitarvi a non prendere in considerazione le strumentalizzazioni politiche che di essa si fanno. Grazie ancora e continuiamo a discutere liberamente, rispettando le idee di tutti".
Il post non ha avuto l'effetto desiderato. I commenti sono stati ancora più duri. Un utente scrive: "Ma può essere così smaccatamente di parte (PD) un giornalista che dovrebbe avere una trasmissione nella rete pubblica?". E un altro: "Certo che dai tempi di "Bella Ciao " dell'editto bulgaro al Si al referendum oggi hai dimostrato una coerenza lineare caro Michele.
Ma poi tu non eri quello che invocava pluralismo in Rai? Che ne pensi dell'occupazione militare del servizio pubblico da parte del tuo amico Renzi? Ti comunico che hai perso un telespettatore che ti seguiva sempre con passione".
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