Un giochetto che permetterà a Matteo Renzi di avere una bella truppa di fedelissimi al Consiglio di Stato, la magistratura che controlla l'operato amministrativo del governo (e lo affianca). Insomma: controllore e controllato si sovrappongono sempre di più. E questo non è mai un bene.
I fedelissimi di Renzi al Consiglio di Stato
Al centro della polemica torna Antonella Manzione, ex capo dei vigili di Firenze nell'era del Sindaco Renzi, già messa dal premier a capo del dipartimento per gli affari giuridici della presidenza del Consiglio. Ovvero quell'ufficio che si fa carico di scrivere le leggi secondo le indicazioni politiche del governo. Quella mossa fu clamorosa, perché per la prima volta in quel dipartimento non veniva messo un consigliere di Stato. Una sorta di attacco al Consiglio, pieno di vecchie glorie dei Palazzi che Renzi ha voluto tenere a bada per evitare che ne intralciassero l'azione politica.
Ora il passo della Manzione è ancora più lungo. Il premier l'ha inserita nella lista di sette consiglieri di Stato di nomina governativa (gli altri entrano per concorso). La Manzione, insomma, che ieri doveva tenere a bada il Consiglio oggi entra a far parte dell'apparato. Insiema a lui avranno quest'onore, scrive il Corriere, anche Paolo Aquilanti (segretario generale di Palazzo Chigi) e il comandandante della Finanza Saverio Capolupo. In più si trasferisce di ufficio anche Lanfranco Tenaglia, parlamentare Pd. Una secchiata di fedelissimi di Renzi. Ovvio.
La forzatura sulla nomina della Manzione
Ma a destare scalpore è il fatto che il premier, pur di assicurarsi piena fedeltà dagli eletti, ha forzato la mano per far eleggere la Manzione anche se è sotto il limite di età richiesta. L'ex vigilessa ha 53 anni e ne dovrebbe avere 55.
Ma la sua nomina è stata comunque accettata: nove voti favorevoli contro 6. "Vero è che ancora il regolamento attuativo ancora non c'è - scrive Rizzo sul Corriere - ma la regola esiste. Quale forma abbia assunto la forzatura anagrafica non è dato sapere".
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