Pericolo scampato per il governo Conte, che continua ad andare avanti imperterrito dopo il salvataggio del guardasigilli Alfonso Bonafede, scampato alla doppia mozione di sfiducia. A puntare il dito contro il ministro della Giustizia sono stati infatti i rappresentanti del centrodestra da una parte, ed i membri di + Europa dall'altra, ma nessuno dei due attacchi è andato a segno.
Come abbiamo visto, infatti, Bonafede, che dopo lo scandalo della scarcerazione dei boss non ha minimante pensato di rassegnare le proprie dimissioni decidendo invece di trovare in fretta un rimedio all'errore, è stato salvato grazie ai voti di Italia Viva, che ha scelto di tenere in piedi il traballante governo con a capo Giuseppe Conte.
Lo stesso Conte, certo del risultato, si è presentato sicuro in Senato, tanto da sedersi a fianco del suo ministro, l'uomo che ai tempi lo aveva presentato ai CinqueStelle. La votazione di ieri si è conclusa con una vittoria. Non è passata la mozione del centrodesta - 131 i voti a favore, 160 i contrari ed un astenuto –, così come si è conclusa con un nulla di fatto quella di + Europa -124 i voti favorevoli, 158 i contrari, e 19 astenuti.
Fondamentali, come anticipato, i voti dei renziani, che hanno deciso di sostenere il governo. Lo stesso Renzi si è autoproclamato salvatore dell'esecutivo.
Uscito dall'aula del Senato, Giuseppe Conte si è dichiarato "soddisfatto", come riportato da "Il Messaggero". Le nubi si sono (almeno per il momento) diradate, anche grazie ai 100 miliardi promessi all'Italia dopo che Francia e Germania hanno proposto un fondo europeo da 500 miliardi.
Aver potuto beneficiare dell'appoggio di Matteo Renzi, tuttavia, non sarà privo di conseguenze. Parlando in aula, il capo di Italia Viva ha avuto un tono quasi paternalistico:"La vendetta, ora, sarebbe servita su un piatto d'argento, ma non si fa politica applicando la legge del taglione e noi rifiutiamo la sua cultura del sospetto. Spero, ministro, che questa vicenda possa far riflettere lei e i Cinquestelle", ha affermato, rivolgendosi a Bonafede, salvo poi dichiarare a "Repubblica": "In questo Parlamento la maggioranza si forma in un quarto d'ora”.
Tutto, dunque, continua a restare appeso ad un filo. Renzi ha assicurato di non essere interessato ad alcun tipo di rimpasto, ma intanto è riuscito a portare all'attenzione dei ministri il decreto sblocca-cantieri e quello per la semplificazione amministrativa, così come il Family Act del ministro Elena Bonetti. Per non parlare, poi, della sanatoria per i migranti clandestini, già intascata dalla Bellanova. La piccola Italia Viva ha acquistato finalmente importanza all'interno della maggioranza, ed ora si parla addirittura della futura presidenza dell'Agcom e di Anas. Non solo. Sembra anche che a Luigi Marattin andrà probabilmente la commissione Bilancio, mentre a Raffaella Paita ed a Lucia Annibali quelle dei Trasporti e della Giustizia, una volta scadute le presidenze delle commissioni. C'è poi chi parla di una presidenza anche per la capogruppo di Italia Viva Maria Elena Boschi, forse quella degli Affari Costituzionali.
Il premier Conte, del resto, preferirebbe evitare un rimpasto, ma si avvertono già dei malcontenti da parte dei renziani, che fanno notare come il Pd abbia una posizione di notevole vantaggio nella maggioranza. Per alcuni, potrebbero essere sostituiti i ministri grillini Nunzia Catalfo, a capo del ministero del Lavoro, Paola Pisano, all'Innovazione, e Lucia Azzolina, all'Istruzione, ma in molti nutrono seri dubbi su un possibile cambio. Il renziano Gennaro Migliore potrebbe però essere assegnato al ministero della Giustizia, per supportare e verificare l'operato del ministro Bonafede.
"'Siamo indignati da ciò che rappresenti, per noi non sei credibile.
Noi siamo coerenti e non siamo democratici con te', dissero Grillo e 5 Stelle a Renzi prima di farci un governo insieme e far salvare dalla sfiducia Bonafede con i voti del partito renziano. Che fine desolante!”, ha commentato duramente ieri su Twitter Giorgia Meloni.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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