"Sono arrivati. 500 euro, tondi tondi. Non una chiacchiera o una promessa, ma un fatto. 500 euro sul mio conto corrente, provenienti dal Ministero della Pubblica Istruzione. E come me ad ogni insegnante di ruolo di questo paese, dall'infanzia al liceo. Compresi quelli che berciavano alla distruzione della scuola pubblica e alla deportazione dei neo-assunti, e che ora tacciono, col malloppo in tasca, pronti al prossimo piagnisteo". È questo l'incipit di un post scritto da Giovanni, un professore umbro, e che è stato condiviso dal premier Matteo Renzi "senza aggiungere nulla" e per "riflettere insieme su quanto sia cruciale per la nostra società il ruolo del prof oggi più che mai".
È evidente che il premier, pur senza commentare personalmente, ne fa un motivo di vanto perché il docente in questione nel suo post ci tiene a scrivere che i soldi arrivano "da parte di un governo che non ho nemmeno votato" e che "è la prima volta che succede in 25 anni che faccio questo mestiere, in cui di governi e di ministri ne avrò visti passare due dozzine. E di promesse di 'riconoscimenti alla funzione docente e blablabla...' ne avrò sentite almeno il doppio". Una soddasfazione per "un bonifico rivolto proprio a noi, solo a noi. Un bonifico per la mia formazione e aggiornamento. Un regalo neanche tanto simbolico ma immenso, per i significati che sottende e che vanno ben oltre i benefici materiali". "Un bonifico - ci tiene a precisare il professore - con cui mi regalerò finalmente un mini abbonamento a Teatro, quel corso di aggiornamento fuori sede, quei due dizionari di psicologia costosi che puntavo da anni e non mi sarei mai potuto permettere". E, infine, non manca un passaggio a quelli che Renzi chiamerebbe i 'gufi':"Ci potevano comprare i gessi e la carta igienica...grideranno scandalizzate e puntuali le anime belle di questo paese; invece io credo esattamente di no, che averli dati a noi sia stata la cosa più giusta e straordinaria di un governo dal dopoguerra ad oggi. Perché gratificare un insegnante è l'investimento migliore di una società lungimirante. E quindi anche il più urgente e sommamente utile. Perché i gessi passano, mentre gli insegnanti restano, Giovanni - conclude come presidio di civiltà e di umanità".
È curioso che il premier dedichi un post alla Buona Scuola in un periodo in cui il tema sembrava essere fuori dal dibattito politico e proprio il giorno successivo al lapsus della deputata renziana Anna Ascani che ieri aveva erroneamente scritto "buona sòla". E infatti l'iniziativa di Renzi non sembra aver sortito commenti positivi, anzi. Alcuni scrivono: "potevi risparmiartela" oppure "vuoi andare a lavorare? sempre su Facebook stai?" e " a casa mia si chiama semplicemente 'voto di scambio' ".
Altri, invece, non credono neppure all'autenticità del post e denunciano: "Renzi secondo me se le scrive da solo queste cose!!!! È fuori di testa...quindi con 500 euro mini abbonamenti, corso di aggiornamento fuori sede e due dizionari...dove vive qst professore!? Ma sopratutto perché non si è firmato?!".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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