Roma Dopo la bocciatura a Montecitorio dell'emendamento sul revenge porn il Movimento Cinque Stelle corregge il tiro. E lo fa per bocca del suo leader. Luigi Di Maio continua a pensare che un disegno di legge ad hoc, organico ed esaustivo, sia la soluzione migliore al problema della diffusione come forma di vendetta di immagini intime senza il consenso del diretto interessato. Tuttavia il vicepremier ammette che il fenomeno è così vasto che anche un emendamento come quello proposto da Federica Zanella di Forza Italia (nella foto), la cui discussione è in calendario martedì prossimo, è oltremodo utile. Inserire l'emendamento nel testo della legge «Codice rosso», presentata dal Guardasigilli Alfonso Bonafede e dal ministro della Funzione pubblica, Giulia Bongiorno, autentico giro di vite contro la violenza sulle donne, non era piaciuta ai vertici di Lega e Movimento grillino. Le proteste per la sua bocciatura, però, non sono venute soltanto dai banchi delle opposizioni. Alcune parlamentari Cinque Stelle già giovedì sera mugugnavano contrariate. E ieri Di Maio ha raccolto le loro doglianze. Con i dovuti distinguo, però. Mentre resta sulla sua posizione per quanto riguarda la castrazione chimica («non c'entra nulla con questa legge. Si tratta di una misura volontaria. Così si prendono in giro le donne senza risolvere il problema»), sul fronte della diffusione proditoria di immagini intime sul web il leader grillino sceglie il compromesso. «Sul revenge porn - dice Di Maio - va bene approvare una legge più organica, ma per me martedì quell'emendamento, che ha già i numeri in Parlamento, va votato. È una norma sacrosanta».
Incassa la vittoria politica Mariastella Gelmini di Forza Italia. «Occupare l'Aula, affinché le norme contro il revenge porn e il ricatto sessuale siano inserite nella legge sul Codice rosso, è stato un gesto indispensabile» commenta la capogruppo di Forza Italia a Montecitorio. Resta l'amarezza, osserva Debora Serracchiani del Pd di una pagina poco nobile del nostro parlamento, grazie alla puerile opposizione della maggioranza. «È incredibile - commenta - l'arroccamento che M5S e Lega hanno opposto a un emendamento di basilare civiltà e rispetto della persona, solo perché non ci avevano messo il loro timbro». A proposito di firma, invece, va segnalato il gesto della Zanella che si è detta disponibile a ritirare la sua firma dall'emendamento affinché possa raccogliere più consensi possibili. Di sicuro la norma avrà il voto di Laura Boldrini (Leu).
L'ex presidente della Camera non recede di un passo per una battaglia che ritiene urgente e della massima importanza. «Voterò - dice la Boldrini - l'emendamento della collega Zanella. La sicurezza dei nostri giovani è più importante dei calcoli politici».
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