Riace, Lucano alza il tiro: "Mi hanno reso importante"

Il sindaco di Riace: "I fondi privati ci salveranno. Il nostro modello dovrebbe essere esportato in tutto il Sud". E "assolve" Salvini: "Non mi ha certo arrestato lui"

Riace, Lucano alza il tiro: "Mi hanno reso importante"

"Certo che ho fatto errori ma è falso che sono metà cavaliere e metà bandito" anche perché "il Lucano che raccontano non esiste: mi chiamo Mimì, non Mimmo". In una lunga intervista a Repubblica il sindaco di Riace, finito nei guai per un'inchiesta sui migranti e la gestione dei rifiuti, racconta la sua verità. Domenico Lucano difende tutto ciò che ha fatto per l'acoglienza e l'ntegrazione dei migranti. E per difendersi cita persino padre Puglisi: "Quando a Palermo i mafiosi l’hanno ucciso in realtà gli hanno dato la vita". Poi spiega l'accostamento: "Non vogliono uccidere me, ma Riace. Vorrebbero cancellarne la storia e farla scomparire dentro la sua geografia, in fondo alla montagna calabrese. Ma sta succedendo il contrario. Tutti capiscono che Riace non era mai stata così viva".

Lucano è felice per la solidarietà che gli arriva "da Firenze e da Zurigo, da Napoli e da Parigi, da Vienna e da Palermo, dalla Germania e da Milano". E fa sapere che "ci sono fondazioni private che offrono aiuto e soldi. Più la colpiscono e più rendono mitica Riace, proprio come Troia".

Il sindaco calabrese è convinto che il modello Riace dovrebbe essere riprodotto "nelle terre abbandonate del sud, nelle campagne desertificate della Sicilia, e ci vorrebbe un’altra riforma agraria". E ancora: "Dicono che noi abbiamo distratto i soldi dell’assistenza. Lo Stato versa 35 euro al giorno a immigrato. Hai visto cosa ne fanno nelle periferie di tutta Italia? Li tengono lì dentro (chiusi) a spiare e a farsi spiare dalle finestre. Ogni tanto portano le buste di plastica con il cibo. Li nutrono come si fa con i maiali. Se ci vai, capisci subito come si diventa razzisti e come nasce l’intolleranza dalla povertà".

Lucano rivendica il dna politico del modello Riace: "E' di sinistra. E su questo non si scherza. Quando arrivò il primo barcone con i curdi noi abbiamo ristrutturato una casa per farne un ristorante. Il proprietario ci disse: compratevelo. Gli rispondemmo: non ci interessa la proprietà privata. Oggi non vuole più vendere e noi gli paghiamo un affitto di 5.000 euro all’anno".

Arriva persino a dire che la proprietà privata "a Riace non serve. È una città libertaria. Il modello è quello delle comuni degli anarchici francesi". Nel suo Pantheon ci sono Bakunin, Proudhon, Pasolini, Franco Basaglia. Poi mette anche Padre Puglisi, Peppino Impastato, il Pkk e i cristiani della teologia della liberazione.

Quando gli domandano se si senta

una vittima del clima politico risponde in questo modo: "Non mi ha certo arrestato Salvini, non ha questo potere. Ma anche la giustizia, si sa, è figlia del suo tempo, dei suoi pregiudizi, della sua politica".

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