La ricetta di Orsini per far crescere l'Italia. "Più investimenti e ritorno al nucleare"

Il numero uno di Confindustria chiede scelte coraggiose e boccia il diktat verde

La ricetta di Orsini per far crescere l'Italia. "Più investimenti e ritorno al nucleare"
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Trentuno applausi dalla platea in poco più di tre quarti d'ora di discorso. L'esordio di Emanuele Orsini alla presidenza dell'assemblea generale di Confindustria è stato sicuramente un successo perché l'apprezzamento dei contenuti evidenziati dalla platea di imprenditori (e anche dalla premier Giorgia Meloni) segna una ritrovata unità del sistema. Merito anche della scelta dei contenuti, tutti incentrati sui temi economici anziché sulle chiacchiere politiche (errore in cui sono incorsi molti predecessori).

La prima issue sottolineata dal numero uno di Viale dell'Astronomia era ampiamente attesa: il taglio del cuneo fiscale. «Va reso permanente: poiché se le retribuzioni sono al di sotto della media europea il costo del lavoro è più elevato», ha puntualizzato dinanzi agli oltre 2mila presenti all'Auditorium di Roma. Ma la Confindustria di Orsini non è un'associazione che intende chiedere sussidi con il cappello in mano. Da una parte, è pronta a collaborare con il governo su un piano straordinario di edilizia per i neoassunti «Sappiamo - ha detto - che uno dei maggiori ostacoli per reperire nuovi occupati è la scarsità di abitazioni a un costo sostenibile. L'idea che abbiamo proposto è di costituire un tavolo congiunto che coinvolga anche l'Ance, l'Anci, le assicurazioni, le banche, la Cassa Depositi e Prestiti, i fondi immobiliari e i fondi pensione».

Allo stesso modo, se da un lato si chiede un fisco ancora più amico delle imprese, dall'altro lato si è pronti a collaborare sul disboscamento delle tax expenditures. «I primi passi sono: introdurre l'aliquota premiale sull'Ires per gli utili reinvestiti, abolire l'Irap per le società di capitali; ripristinare l'Ace poiché la patrimonializzazione delle nostre imprese è elemento essenziale per investire», ha sottolineato Orsini. Contestualmente, si è pronti a dialogare con il tesoro sull'eliminazione di «detrazioni e deduzioni d'imposta che si sono accumulate nei decenni e non corrispondono a vere finalità di crescita», ha puntualizzato.

Il vero cambio di passo per Orsini è, tuttavia, racchiuso in un nuovo modo di intendere l'Europa e, soprattutto, le politiche di investimento che l'Unione intende sostenere o, al contrario, penalizzare. «Il Green Deal è impregnato di troppi errori che hanno messo e mettono a rischio l'industria», ha rimarcato rilevando che «la decarbonizzazione inseguita anche al prezzo della deindustrializzazione è una débâcle». Occorre, invece, pensare al nucleare, una scelta «coraggiosa» e «strategica» perché «l'indipendenza energetica è questione di sicurezza nazionale; non possiamo perdere altro tempo». «Servono, poi, «serie politiche industriali e rilevanti incentivi agli investimenti, la risposta al post Pnrr». Bisogna pensare a come proseguire, ha ammonito, «altrimenti rischiamo lo stallo o, addirittura, un passo indietro». L'esempio è l'automotive: «Stiamo regalando alla Cina» il mercato dell'elettrico, mentre la filiera italiana «è in grave difficoltà, depauperata del proprio futuro». Analogamente, secondo Orsini, «abbiamo l'esigenza di accelerare sperimentazioni industriali sull'Intelligenza Artificiale applicata; dobbiamo cogliere tutte le opportunità che essa offre».

Ecco perché il piano Draghi per la competitività è stato salutato con favore. «Ha riportato con profondità e completezza le istanze delle nostre imprese», ha evidenziato Orsini.

Di qui il plauso al governo per l'obiettivo di «voler tenere la barra dritta sui conti pubblici», ma il Piano strutturale di bilancio dovrà anche includere «riforme e investimenti necessari» (incluso il Ponte sullo Stretto). Orsini presenterà a tal proposito un piano per «la sburocratizzazione a costo zero».

Mano tesa, infine, al sindacato in tema di sicurezza sul lavoro e impiego di donne e giovani. Soddisfatto Carlo Messina, Ceo di Intesa Sanpaolo. «È bene che vengano accelerati gli investimenti perché sono il motore di crescita del Pil».

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