Forse l'ha fatto involontariamente. Ma scherzare col dolore degli altri, nemmeno per scherzo. Il caso riguarda l'incidente dei ragazzi di Jesolo. Era una settimana fa, sono morti in quattro. Dai 22 ai 23 anni. Eleonora Frasson, Leonardo Girardi, Riccardo Laugeni e Giovanni Mattiuzzo. Stavano rientrando a casa, quando un'auto guidata da un folle, Marius Alin Marinica, di origini romene, li ha speronati. Un incidente che ha scosso il Veneto. E un funerale allo stadio, con 5mila persone, con amici e parenti appoggiati alle bare, inginocchiati, che si reggevano sul dolore. Ma il giorno dopo i funerali, la sorella di una delle vittime pubblica un post su Facebook ora tolto - che ritrae la foto di un ragazzo, sotto l'epigrafe del fratello morto, con le mani sul petto e un atteggiamento quasi da scherno. «Dopo aver seppellito mio fratello vengo a conoscenza di un post di cattivo gusto, irrispettoso, taggando un suo amico ancora più vergognoso. A me non frega se avevate bevuto, fumato, perché delle persone che si permettono di agire in questo modo davanti a una tragedia del genere devono avere solo dei problemi mentali gravi. Chiudetevi in casa e vergognatevi del vostro gesto schifoso, spero di aver la possibilità di agire legalmente».
L'uomo di 33 anni protagonista dello scatto, padre di famiglia, della zona, è stato raggiunto venerdì pomeriggio da tre individui e letteralmente pestato davanti a un bar. Una violenza inaudita, ha raccontato l'uomo che si è giustificato dicendo che è stato un equivoco, che si è fatto fare quella foto, che era stanco, e che non si era accorto ci fosse l'epigrafe del ragazzo.
Il gip nei confronti del romeno che ha causato l'incidente, accusato di omicidio stradale plurimo e fuga, ha disposto solo la misura degli arresti domiciliari con braccialetto elettronico. Intanto il sindaco di Musile di Piave, Silvia Susanna, ha convocato i cinque kosovari che si sono fermati a soccorrere i ragazzi. Solo una si è salvata: Giorgia Diral, di anni 22. Il sindaco ora, attaccato anche da uno dei parenti per non aver parlato durante il funerale, potrebbe concedere la cittadinanza onoraria ai kosovari.
«Avevo preparato due righe spiega che però non ho letto e ho deciso all'ultimo di non farlo per non prendere la scena che doveva restare solo degli amici». A volte molto meglio restare in silenzio. Molto meglio restare in disparte, anziché postare senza rendersi conto del dolore degli altri.
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