Riflettere sul cambiamento politico per non ridurlo all’illusione di una banale propaganda. L’analisi di Andrea Pasini

L’Italia si basa su una politica troppo incentrata su protagonismi e personaggi

Riflettere sul cambiamento politico per non ridurlo all’illusione di una banale propaganda. L’analisi di Andrea Pasini

Facciamo parte di una società in continua evoluzione. Il cambiamento è diventato il simbolo della contemporaneità, sempre più indissolubilmente legata alle complessità dei processi sociale. Oggi, con la guerra in Ucraina, viviamo in prima persona, grazie alle immagini e i video in diretta, un conflitto che si basa tanto su interessi economici quanto su ideologie. Una lotta contro l’Occidente e quello che rappresenta. Più di una volta, e da più di un’autorevole voce, si sentono fare paragoni con il passato, col gli orrori della Seconda guerra mondiale, cadendo inesorabilmente in un’egemonia retorica che, nel nome di una dogmatica apologia del cambiamento, uniformano i pensieri e i comportamenti.

Io sono Andrea Pasini un imprenditore di Trezzano Sul Naviglio ed in questo periodo storico, credo sia importante fermarsi un attimo e riflettere seriamente su come poter ridare slancio e credibilità al nostro Paese. Costruire l’Italia del futuro, dopo la deriva che da troppi anni sta colpendo la classe politica, richiede un progetto umano serio e concreto che sappia affrontare con successo i cambiamenti in atto nella società contemporanea. Attualmente la politica, i partiti e le istituzioni sono distanti dal pensiero e dalle necessità dei suoi cittadini, e i meccanismi di selezione della classe dirigente sembrano essere uno dei principali problemi da risolvere in maniera celere. L’Italia si mostra infatti strutturalmente carente di efficaci processi deliberativi che prescindano dal talento individuale dei decisori.

L’Italia si basa su una politica troppo incentrata su protagonismi e personaggi. Il meccanismo decisionale dipende da labirintici percorsi di dinamiche relazionali che poco hanno a che vedere con il Paese e le sue necessità. I nostri politici vivono in un perenne stato di campagna elettorale, tra slogan e discorsi pieni di ideali ma privi di qualsiasi fondamento. È necessario un cambio di rotta che modifichi il nostro approccio al cambiamento, non più un fine a cui tendere ma un ostacolo da superare.

Da troppo tempo la politica si è trasformata in “casta”, contrapponendosi ai cittadini e portando a una sostanziosa perdita di consenso. Le storica contrapposizione tra palazzo e popolo è tornata preponderante nella narrativa comune, rendendo ancora più imperativa la necessità dell’Italia di possedere valide classiche dirigenti. In termini razionali, la selezione della classe dirigente dipende dalle filiere formative ed esperienziali che vengono poste al servizio di questo obiettivo. In parole povere, è necessario che i nostri politici siano persone istruite e preparate, con un passato di rilievo che abbia loro insegnato a prendere decisioni importanti, ad avere coraggio e ad affrontare i problemi con serietà.

Se possiamo affermare che, fino al secolo scorso, eccellenze formative come l’universita Bocconi, il Politecnico e le nostre altre eccellenti università, costituivano un passaggio essenziale per l’acquisizione di specifiche competenze, oggi la situazione è purtroppo cambiata. Le eccellenze esistono ancora, ma sembra che il sapere per certi leader politici passi necessariamente dalle loro porte. Ci troviamo così di fronte a figure impreparate che spesso millantano conoscenze ed esperienze che concretamente non hanno. Nessuno li ha preparati a prendere decisioni responsabili, nessuno ha insegnato loro a ragionare in maniera critica e sapersi relazionare a temi delicati come l’innovazione tecnologica o la sostenibilità.

Utilizziamo allora questa innovazione, per scegliere traiettorie inedite e diamo vita a una nuova classe politica preparata, seria e lungimirante che sappia con le sue scelte guardare al futuro .

In mezzo a questa democrazia del sorteggio, in questo populismo dilagante dobbiamo ritrovare i nostri valori e costruirne di nuovi. Dobbiamo ridisegnare il presente e sopratutto il futuro di questa meravigliosa nazionale trascurata da troppi anni.

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