Una ventata d'aria fresca c'è ma non è ancora abbastanza, anzi: è quello che ha detto chiaramente l'ex magistrato Luca Palamara intervistato da Massimo Giletti durante la trasmissione "Non è l'arena" su La7 insieme a Luigi de Magistris e al direttore di Libero, Alessandro Salluti.
"Sistema rimane inalterato"
"C'è stato sicuramente un cambiamento dall'avvento del ministro Cartabia, ma con la riforma il sistema rimane inalterato: la candidatura del magistrato verrà comunque espressa dal sistema delle correnti. Solo il sorteggio tocca il giochino delle correnti, è questa l'unica riforma", ha affermato Palamara in diretta tv. Come abbiamo visto sul Giornale.it, a quasi tre anni dallo scandalo che travolse magistratura e Csm, il governo Draghi ha approvato in consiglio dei ministri la riforma dell'ordinamento giudiziario definita "ineludibile" per ricostruire la fiducia tra cittadini e giustizia. "Eppur qualcosa si muove. Senza scomodare Galileo Galilei, sarà per le rivelazioni di Luca Palamara, sarà per il discorso di Mattarella, sarà per il timore dei referendum, ma qualcosa è uscito dalla palude che inghiotte ogni tentativo di riformare un sistema giudiziario marcio", ha commentato il direttore de Il Giornale, Augusto Minzolini, in un suo editoriale.
Cosa sarà vietato
Le regole per l'elezione del Consiglio superiore della magistratura cambiano e appena in tempo per il rinnovo di quello attuale che scade a luglio. Ma, finalmente, si mette un muro tra politica e magistratura e viceversa: l'obiettivo sarà quello di impedire che i magistrati che entrano in politica possano tornare a svolgere qualsiasi funzione giurisdizionale. Ormai non sarebbero più considerati credibili perché, se si indossa una "casacca", un colore, e si sposa una linea, come si fa a tornare ad essere imparziali? Ecco, questo giochino finalmente non dovrebbe avvenire più.
Sarà vietato, come abbiamo scritto, esercitare contemporaneamente le due funzioni e ricoprire incarichi elettivi e governativi, anche a livello locale (c'è l'aspettativa obbligatoria senza assegno). I magistrati che vorranno presentarsi alle elezioni non potranno più farlo nella Regione in cui hanno esercitato da giudici o pm nei tre anni precedenti. E poi, come accennato, una volta finito il mandato non potranno più tornare a esercitare la loro funzione, saranno collocati fuori ruolo presso il ministro della Giustizia o altre amministrazioni. Ad esempio, non sarebbe più possibile una candidatura come quella di Catello Maresca alle ultime elezioni comunali di Napoli, la stessa città dove era anche sostituto procuratore. E non sarà più possibile le nemmeno l'attuale condizione di Maresca, giudice di corte d'appello a Campobasso e consigliere comunale a Napoli.
"Parole in fatti"
"Le parole di Mattarella meritano deferente rispetto perché segnano un decisivo punto di svolta sul terreno delle riforme.
Alla politica dunque il compito di tradurre quelle parole in fatti, come peraltro tanti cittadini italiani hanno già chiesto sottoscrivendo le proposte referendarie", ha affermato Palamara qualche giorno fa commentando le parole del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, durante il suo discorso di insediamento sul tema della riforma della giustizia e del Csm.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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