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Riforme, Mentana umilia la Boschi: "Una scelta demenziale"

Il direttore del Tg de La7 interviene sulla questione dei partigiani e della riforma costituzionale. Duro attacco alla Boschi: "Sbagliato dire come voterrebbero i comunisti che non ci sono più"

Riforme, Mentana umilia la Boschi: "Una scelta demenziale"

Un duro attacco, quello di Enrico Mentana contro Maria Elena Boschi, dopo giorni che la questione partigiani-costituzione sta tentendo banco sulla scena politica italiana. Il direttore del Tg de La7 bacchetta la ministra per le Riforme che sbaglia a "strapparsi di mano le icone sacre della sinistra e pretendere di dire come avrebbero votato quei grandi comunisti che non ci sono più".

"La discussione sui partigiani e il referendum costituzionale è surreale - ha scritto su Facebook il direttore - Già dividersi tra Innovatori e Guardiani del tempio era insensato. Già cominciare lo scontro referendario più di cinque mesi prima del voto è demenziale. Ma ora è un peccato mortale della democrazia strapparsi di mano le icone sacre della sinistra e pretendere di dire come avrebbero votato quei grandi comunisti che non ci sono più, o da che parte devono stare i partigiani. Gli uomini e le donne della Resistenza, il movimento che ci permise poi di essere padroni del nostro destino, con la Repubblica e appunto la sua Costituzione, se ne sono andati quasi tutti". Mentana è certo che anche se fossero vivi i partigiani si dividerebbero sulla riforma, perché ognuno ha le sue idee. E ognuno difende la Costituzione a suo modo. "Nei decenni - racconta Mentana - ho conosciuto tante figure chiave di combattenti per la nostra libertà. Come ogni altro che lo ha fatto sono sicuro che molti di loro, se oggi fossero tra noi, direbbero no alla riforma Boschi, e non pochi altri la appoggerebbero".

Poi la domanda che, forse, in molti si sono fatti in queste ore: "Ma sinceramente, 71 anni dopo quel 25 aprile che segnò la fine della guerra, che senso ha tutto questo? Sono gli italiani di oggi ad essere chiamati a scegliere su leggi fondamentali della loro vita comune. La stragrande maggioranza non ha più nessun legame con l'antica sinistra italiana, le sue luci, le sue paranoie, i suoi odi insanabili.

Semmai un simile virulento scontro politico-ideologico-identitario avrà l'effetto di tenerla lontana dalle urne di un referendum che ogni giorno di più (e ne mancano ancora 150) sembra allontanarsi dalla sua stessa sostenza".

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