«Stiamo lavorando alacremente, alla lombarda. Per me la squadra al 99% è già chiusa. Entro stasera sentirò gli altri segretari di partito a patire dal presidente Silvio Berlusconi e poi conto che la squadra cominci a correre, come è giusto che sia». Il leader della Lega Matteo Salvini arriva nel tardo pomeriggio a Palazzo Lombardia, sede della Regione, per un incontro istituzionale ma al rimpasto della giunta Fontana ha dedicato gran parte dell'Epifania. La casella più pesante del puzzle è Letizia Moratti, sarà assessore al Welfare al posto di Giulio Gallera e assumerà come le era stato proposto fin dall'inizio anche la vicepresidenza, ceduta (controvoglia) dall'azzurro Fabrizio Sala che sarà risarcito con deleghe più corpose. Fino a ieri sera ha provato a proporre per l'ex sindaco un ruolo politico, una vicepresidenza «de factu» ma non formale (il regolamento non prevede due vice) ma non sembra che la proposta possa avere presa. In quota Lega, sono gli attuali assessori allo Sport Martina Cambiaghi e alla Famiglia Silvia Piani, dentro l'ex ministro Alessandra Locatelli e l'ex sottosegretario del governo gialloverde Guido Guidese, che dovrebbe assumere dal forzista Alessandro Mattinzoli le Attività produttive e aspirare a un ruolo da pontiere «stile Giorgetti» tra Lombardia e Roma sul recovery fund. Il sottosegretario Antonio Rossi, campione olimpico di canoa, dovrebbe diventare assessore allo Sport come esponente della lista Fontana, l'altro civico Bruno Galli dovrebbe quindi lasciare la giunta per il posto da sottosegretario all'Autonomia ma se non sarà «rafforzato» minaccia di abbandonare la Regione. In quota Forza Italia, Melania Rizzoli si salva ma dall'Istruzione passa alla Cultura. E dovrebbe solo cambiare deleghe l'assessore Fi Alessandro Mattinzoli, difeso da Mariastella Gelmini, anche se le caselle azzurre restano in bilico per la resistenza di Gallera: ha già rifiutato un sottosegretariato, vuole rimanere in giunta ma finora ha trovato poche sponde. È quell'1% che manca a completare il risiko. Smentiti i rumors che davano in arrivo gli ex ministri Gianmarco Centinaio e Marco Bussetti.
«Non faccio nomi e cognomi, non do meriti e demeriti. Dieci milioni di lombardi avranno una squadra di eccellenza che garantirà che il 2021 sia l'anno del rilancio, della salute, della scuola e della Lombardia motore d'Europa - commenta Salvini -. Abbiate pazienza ancora per qualche giorno, noi non la faremo lunga come il duello rusticano tra Conte, Renzi, Di Maio e Zingaretti. E non sarà un rimpastino alla Conte-Renzi. A differenza di altri partiti, da noi ci sono uomini e donne che si dimettono dagli incarichi romani per venire ad occuparsi della loro Regione e questo mi riempie di orgoglio». Ripete più volte le parole «rinascita e ripartenza», a chi sembra un'ammissione di colpe nei confronti della giunta Fontana ribatte che «ci è scoppiata una bomba in casa, ora guardiamo avanti con ottimismo». Non risponde su Gallera, che proprio la Lega ha contestato ufficialmente dopo l'ultima intervista sui vaccini. «Non ci sono bravi e cattivi, tutti verranno valorizzati. Si fa un salto in avanti, nessuno viene sacrificato, vogliamo correre». E con la Moratti vice, oltre che assessore, non vede il rischio di un dimensionamento di Fontana: «I ruoli li decide il presidente. A me da cittadino lombardo e da milanese avere Letizia in squadra farebbe solo piacere» e «più forte è la squadra, meglio viaggia la Regione. È una donna manager assolutamente in gamba, le sono grato soprattutto per l'impegno che continua a dedicare a San Patrignano, un'eccellenza mondiale».
L'ex sindaco di Milano (ex presidente Rai e ministro all'Istruzione del governo Berlusconi) viene già indicata come il candidato naturale di Fontana dopo il 2023 ma è presto per dirlo. Qualche colonnello leghista non nega piuttosto potrebbe diventarlo prima, qualora le inchieste giudiziarie aperte sulla gestione dell'emergenza Covid costringessero a dimissioni anticipate.
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