Cosa è successo davvero in piazza. Falle sulla sicurezza?

Polemiche per l'operato del ministro Lamorgese sugli scontri con gli anti-green pass: cosa non ha funzionato? Ora Lega e FdI chiedono le dimissioni: "È inadeguata"

Cosa è successo davvero in piazza. Falle sulla sicurezza?

Il clima di tensione raggiunto ieri pomeriggio ha toccato quote altissime, pericolose e preoccupanti. Gli scontri tra anti-green pass e agenti in servizio hanno caratterizzato le scorse ore, con alcuni manifestanti che hanno lanciato bombe carta e sassi all'indirizzo delle forze dell'ordine. Proteste in diverse città d'Italia per contestare l'estensione del certificato verde che scatterà dal 15 ottobre, ma soprattutto a Roma la situazione è degenerata. Nella serata di ieri il caso è diventato politico: nel mirino è finito l'operato di Luciana Lamorgese, sotto accusa per la gestione del delicato momento.

Le falle della Lamorgese

La titolare del Viminale si è affrettata a esprimere solidarietà e vicinanza alle forze di polizia, che in una giornata difficile per l'ordine pubblico "hanno agito con equilibrio e professionalità per fronteggiare intollerabili atti di violenza anche contro sedi delle istituzioni". Eppure la strategia del Viminale ha presentato più di qualche falla. Ne parla Il Messaggero, che effettivamente si chiede come mai non sia stato possibile intercettare e arginare una manifestazione di questa portata. E così ci si sta interrogando su una possibile sottovalutazione del rischio e su un numero troppo basso di poliziotti.

A prevalere ancora una volta è stata la linea morbida. Dal ministero dell'Interno fanno notare la presenza di bambini, famiglie e persone che manifestavano pacificamente: "Come si poteva intervenire più pesantemente? È stato meglio contenerli o caricarli?". Viene inoltre rivendicato che le ripetute cariche di alleggerimento e contenimento "hanno impedito ai manifestanti di raggiungere i palazzi delle istituzioni, e hanno ugualmente consentito ai manifestanti pacifici di esprimere il loro dissenso".

Comunque ci si chiede se sia stato previsto un numero troppo basso di agenti in campo. Se il pericolo sia stato effettivamente sottovalutato. Se si poteva fare di più per evitare gli assalti. Se la strategia poco interventista ha fallito. Nel frattempo gli occhi sono tutti puntati a venerdì 15 ottobre, giornata in cui scatterà l'obbligo del green pass anche per i lavoratori del settore pubblico e del privato. Non sono affatto da escludere altre manifestazioni nel nostro Paese, con estremisti e violenti che potrebbero colpire sedi istituzionalo e preparare via Telegram alcuni blitz.

Polemiche sulla Lamorgese

In serata alle condanne da parte dei partiti si aggiungono cori di malcontento nei confronti del lavoro svolto dalla Lamorgese. Ad attaccare per prima la titolare del Viminale è stata Giorgia Meloni, che ha denunciato "la totale mancanza di controllo e prevenzione". Per la leader di Fratelli d'Italia si tratta di una situazione che conferma nuovamente "la sua inadeguatezza". Poi è arrivato l'affondo della Lega: fonti interne hanno chiesto un passo indietro del ministro dell'Interno alla luce di quanto avvenuto. "La Lamorgese deve dimettersi: Italia nel caos e forze dell'ordine in difficoltà per la sua totale incapacità", è la linea che hanno fatto trapelare dal Carroccio.

Non manca però chi si schiera al fianco della Lamorgese.

È il caso di Federico D'Incà, ministro per i Rapporti con il Parlamento, secondo cui chi attacca il ministro dell'Interno non contribuisce a sbollentire una situazione incandescente: "In questo momento serve unità e non pericolosi distinguo i cui risultati sono sotto gli occhi di tutti". Alle parole del grillino si aggiungono quelle di Angelo Bonelli: il coportavoce nazionale di Europa Verde reputa la mossa della Lega "drammaticamente indecente e vergognosa".

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