L'allungamento del pene, come funziona la protesi

Il caso del falconiere della Lazio ha portato alla ribalta la pratica chirurgica di impiantare una protesi peniena. Costi, benefici, rischi: ecco come funziona

L'allungamento del pene, come funziona la protesi

La vanità, si sa, non ha genere, è sia femminile che maschile, ma quando si tratta di sesso gli uomini sono i primi ad esternarla anche pubblicamente.

La scorsa settimana, Juan Bernabè, lo spagnolo 56 enne falconiere della Lazio, è diventato protagonista di un caso mediatico internazionale per essere stato licenziato dal presidente Claudio Lotito in seguito alla pubblicazione di un selfie intimo, scattato al risveglio dall'anestesia dopo l'operazione di impianto di protesi peniena. Ma in cosa consiste e come avviene realmente?

Molti uomini considerano questa procedura chirurgica come «l'ultima spiaggia» da tentare contro l'impotenza, quando i farmaci provati per la disfunzione erettile non hanno funzionato, si sono rivelati controindicati, hanno determinato importanti effetti collaterali, o quando altri strumenti terapeutici, come le iniezioni intracavernose sul pene di farmaci vasoattivi sono inattuabili o inefficaci.

Le protesi peniene attualmente in uso sono di due tipi, «non idrauliche» e «idrauliche». Le prime consistono in due cilindri di silicone, di consistenza gommosa e flessibile, scelti in misura della lunghezza e delle dimensione del pene che dovrà accoglierli, i quali, una volta inseriti nei due corpi cavernosi (i due cilindri naturali del fallo) assicurano un'erezione permanente e duratura, di rigidità sufficiente alla penetrazione, e, avendo un'anima malleabile alla base, permettono anche la flessibilità del pene per essere riposto negli slip. Questi dispositivi non si sgonfiano né si gonfiano, mantengono costante il loro turgore, per cui rendono l'asta perennemente eretta, quindi difficilmente camuffabile se si indossano indumenti attillati. In sostanza, dopo l'impianto, sarà impossibile ripristinare la flaccidità naturale dell'organo a riposo: il paziente non avverte sempre uno stato di eccitazione, ma è sempre in grado di iniziare un rapporto sessuale qualora lo desideri. L'unica perplessità consiste nel fatto che l'elevata e costante pressione di queste due protesi artificiali può in alcuni casi ridurne il trofismo, l'afflusso di sangue e di conseguenza l'ossigenazione. In caso di rapporti sessuali frequenti e ripetuti, quindi, le sollecitazioni meccaniche o scomposte durante l'atto possono aumentare la possibilità di micro lacerazioni interne, perforazione o addirittura estrusione della protesi. Perciò questo tipo di dispositivo è indicato negli uomini meno audaci, che cercano un utilizzo più agevole e un risparmio sui costi dell'operazione.

La protesi idraulica invece, come quella impiantata al falconiere della Lazio, è costituita sempre dai due cilindri in silicone, in questo caso vuoti ed espansibili. Essi sono collegati, tramite un tubicino, ad un dispositivo di controllo che viene alloggiato all'interno della borsa scrotale, tra i due testicoli, insieme ad un piccolo serbatoio biologico di liquido che viene invece posizionato a ridosso della vescica. Liquido che, a comando manuale, viene trasferito nei due cilindri vuoti quando si vuole ottenere il loro riempimento e quindi l'erezione peniena; allo stesso modo, sempre a comando manuale, lo stesso liquido viene poi ricondotto nell'apposito serbatoio para vescicale per ottenere la fine dell'erezione e quindi la flaccidità del fallo. Il vantaggio delle protesi idrauliche è quello di poter raggiungere, tramite una semplice palpazione dello scroto, in mezzo ai due testicoli, la rigidità del pene immediata solo quando si desidera l'erezione, esternamente del tutto indistinguibile da quella naturale, per poi, terminato l'atto sessuale, riportare l'organo alla sua morbidezza fisiologica, il tutto senza che esteticamente si noti nulla, essendo tutti gli elementi protesici custoditi all'interno del corpo. I due cilindri inseriti nel pene, sia quelli delle protesi idrauliche che non idrauliche, sono lunghi quanto l'asta e non raggiungono il glande, il quale in molti casi non diventa turgido durante l'erezione, ma resta molle rispetto alla rigidità peniena per cui spesso viene associato un farmaco o una crema per la disfunzione erettile per ottemperare a questo evidente disagio.

Il dispositivo protesico idraulico in pratica ha un meccanismo a circuito chiuso detto a pompa, ovvero viene «pompato» manualmente per trasferire il liquido nei cilindri, per cui nel linguaggio popolare tale protesi viene volgarmente chiamata «pompetta», a dispetto della sua alta affidabilità meccanica e tecnica, sia dal punto di vista estetico che funzionale. Inoltre è importante sottolineare che l'impianto protesico non cambia la sensibilità del pene, non influisce sul desiderio erotico e sessuale né sul raggiungimento dell'orgasmo o sulla sua intensità, trattandosi di emozioni che dipendono dalla persona con la quale ci si relaziona, indipendentemente dal tipo di protesi sessuale installata. L'eiaculazione dunque resta quella spontanea e naturale, non essendo minimamente interessata o coinvolta dal meccanismo inserito nella pelvi.

Naturalmente questa è una procedura chirurgica irreversibile, nel senso che la protesi, una volta impiantata, non si può rimuovere, e siccome si tratta sempre di un corpo estraneo inserito nella pelvi, con effetto meccanico, tale dispositivo è sconsigliato nei pazienti che soffrono di malattie metaboliche come il diabete, la più frequente causa di impotenza, di malattie renali e di deficit immunitari di ogni genere, poiché in queste situazioni le protesi hanno una più alta probabilità di infettarsi e causare complicanze anche gravi, cosa che impone con urgenza la rimozione chirurgica delle stesse.

L'intervento di innesto protesico idraulico, oggi molto richiesto da chi ha subìto operazioni alla prostata che comportano impotenza, prevede un taglio tra i testicoli e il pene nella sua parte inferiore, una incisione del tutto invisibile che non lascia traccia e si esegue in laparoscopia. Ha la durata di circa un'ora, viene effettuato in anestesia spinale e richiede solo una notte di ricovero. Il costo di tale operazione varia dai 15mila ai 25mila euro di media, a seconda del tipo di impianto utilizzato: un prezzo che molti uomini sono disposti a spendere per ripristinare la potenza sessuale perduta.

Questo tipo di procedura rende di fatto l'erezione soltanto meccanica, elimina ogni ansia da prestazione. Non sono più il cervello e l'erotismo a stimolare l'eccitazione sessuale, che comunque aveva difficoltà a manifestarsi nel paziente prima della operazione, la quale viene considerata soddisfacente in quasi il 90% dei soggetti operati. Quella stessa soddisfazione che il falconiere della Lazio ha avuto l'impeto di comunicare sul web in modo molto intimo dopo aver visto e testato i risultati ottenuti, memore del grave deficit che lo affliggeva prima dell'intervento.

Una rivelazione , ripresa anche dal New York Times, che ha indotto moltissimi uomini con difficoltà erettili ad inondare di e-mail il sito della società Lazio per chiedere a Lotito informazioni su questo tipo di operazione, mentre Olimpia, l'aquila laziale simbolo della squadra calcistica, addestrata a volare sullo stadio di Roma prima di ogni partita, rischia di restare orfana del suo falconiere, al quale è stato restituito molto tempo libero per ottimizzare la sua nuova protesi peniena e goderne in pieno.

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