Il ritorno degli Azov al fronte Kiev accusa: gli F-16 in ritardo E Sarkozy «soccorre» Putin

L'Ucraina: «Lentezze nella formazione dei piloti, quest'inverno niente jet». L'ex presidente francese: «Lo Zar ha sbagliato ma serve una soluzione». Minsk: «La guerra si può fermare»

Il ritorno degli Azov al fronte Kiev accusa: gli F-16 in ritardo E Sarkozy «soccorre» Putin
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Le bombe continuano a colpire pesantemente, specie i civili e l'eventuale percorso di pace in Ucraina resta un percorso a ostacoli. Il conflitto sembra cristallizzato, con la Russia in difficoltà ma l'Ucraina che non sfonda, Mosca non vuole perdere la faccia e anche se isolata , non vuole cedere nulla di quanto parzialmente conquistato. Di contro, Kiev, resta legittimamente ferma sul ritiro dell'invasore con la restituzione del maltolto.

Il segretario della Nato Jens Stoltenberg appoggia in pieno le posizioni di Kiev e ribadisce: «Sono gli ucraini, e solo gli ucraini, che possono decidere quando ci sono le condizioni per i negoziati», in contrapposizione con quando detto dal suo vice Jenssen che un paio di giorni fa aveva ipotizzato che l'Ucraina potrebbe cedere territori alla Russia come parte di un accordo per finire la guerra ed entrare nell'Alleanza. «La politica della Nato è invariata: sosteniamo l'Ucraina», ha detto Stoltenberg. Anche l'amministrazione Usa, con il portavoce del Consiglio della sicurezza nazionale John Kirby, ha bollato come inesistente l'ipotesi. E mentre Lukashenko, leader bielorusso da sempre asservito a Putin, oltre a confermare che il suo Paese non entrerà nel conflitto, dice un po' a sorpresa che «il conflitto in Ucraina poteva essere evitato, e a maggior ragione può essere fermato ora». Ma Mosca trova un insperato alleato.

L'ex presidente francese Nicolas Sarkozy è intervenuto a gamba tesa nel dibattito: «Quello che ha fatto Putin è grave. Ma una volta che l'hai detto, devi andare avanti e trovare una via d'uscita. La Russia è un vicino dell'Europa e tale rimarrà», promuovendo di fatto l'idea che l'Ucraina dovrebbe accettare un compromesso per terminare la guerra. Non solo. Sarkò ha anche evocato l'ipotesi di un referendum sulla Crimea, dicendo poi che pur avendo avuto profondi contrasti con Putin, insieme ad Angela Merkel «avevamo dimostrato di essere consapevoli delle sue linee rosse. Per questo abbiamo rifiutato l'adesione di Ucraina e Georgia alla Nato». Parole che hanno suscitato molte proteste in Francia e, ovviamente, in Ucraina, con il consigliere presidenziale ucraino Mykhailo Podolyak che attacca: «Porta avanti una logica criminale per giustificare le guerre d'aggressione della Russia. I criminali non devono essere incoraggiati». Elogi a Sarkozy (ma guarda un po'...), dal braccio destro di Putin Medvedev. «Dichiarazioni audaci e accurate. Non ha perso il suo buon senso», ha detto.

Intanto il portavoce dell'Aeronautica di Kiev spegne le speranze di avere i caccia F16 sui cieli ucraini a breve: «Non saremmo in grado di averli entro il prossimo autunno o inverno a causa dei ritardi nell'avvio della formazione dei suoi piloti», ha detto, anche se l'addestramento va avanti grazie al lavoro dei paesi membri della coalizione. Nel frattempo però il governo svedese ha annunciato un nuovo pacchetto di aiuti militari da 314 milioni di dollari e la Germania ha deciso l'invio di due nuovi lanciatori per i missili Iris-T Sls, fondamentali per la difesa, oltre a munizioni, radar e mezzi tecnici.

E in attesa di un dialogo che sembra sempre essere parecchio lontano, il battaglione Azov è tornato al fronte ed è già impegnato in combattimenti. I comandanti del battaglione erano rientrati dalla Turchia all'inizio di luglio, dopo la prigionia in Russia e la scelta di Ankara, invisa a Mosca, di rispedirli in patria.

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