Impauriti e tremanti, avevano trovato riparo nel locale della caldaia del resort Rigopiano, travolto da una slavina. E lì i tre cuccioli di pastore abruzzese sono rimasti per giorni. Fino a che carabinieri forestali e i vigili del fuoco del gruppo cinofilo sono riusciti a salvarli. La mamma dei tre cuccioli, Nuvola, era scampata al crollo, assieme a Lupo, stessa razza, probabilmente il suo compagno. Ai tre cuccioli è stato dato da mangiare e da bere, saranno ora visitati da un veterinario e poi affidati alla Lav di Pescara. Il comandante della stazione carabinieri forestali di Farindola si è già fatto avanti per adottarne uno.
Ma per una storia che ha un lieto fine ce ne sono molte altre in cui gli animali sono protagonisti, ma non c'è ancora nessun lieto fine. Si tratta delle pecore, dei bovini di tutti quegli agricoltori che stanno facendo i conti con il terremoto e con la neve. Strutture distrutte, ma agli Sos lanciati da molte zone del centro Italia, associazioni e singole strutture stanno rispondendo, dall'Emilia alla Lombardia, passando per l'Abruzzo, con una vera e propria gara di solidarietà.
È il caso di Confagricoltura Modena. Racconta la presidente Eugenia Bergamaschi, imprenditore agricola: «Ci siamo mossi già a novembre, dopo le scosse che ci sono state a fine ottobre. Abbiamo trasportato nelle province di Ascoli Piceno e Macerata sei autotreni di fieno. Ora la situazione è peggiorata rispetto ad allora, ci sono ricoveri e stalle per gli animali completamente crollati e fino a venerdì le strade erano inagibili da quelle parti».
Ma gli agricoltori emiliani non si sono persi d'animo, sapendo anche cosa significa dover rimboccarsi le maniche dopo un terremoto. Domenica sera, uno di loro, di Finale Emilia, ha organizzato una serata per raccogliere soldi da portare a un'azienda di Ascoli Piceno. Altri due autotreni pieni di fieno sono già partiti. E altri lo faranno: destinazione Tolentino di Macerata, dove c'è un'azienda con mille pecore, in cui è crollata una buona parte delle strutture per animali. «Una disponibilità di massima per ospitare alcuni animali qui in Emilia c'è, ma c'è il problema di spostare le bestie, servono certificati sanitari. E gli stessi allevatori non vogliono farlo», aggiunge Bergamaschi.
Intanto Confagricoltura L'Aquila sta raccogliendo decine e decine di richieste da parte dei suoi associati che non riescono ad andare avanti. Una cooperativa agricola della zona ha messo a disposizione delle aziende danneggiate i suoi spazi inutilizzati. Anche da altre regioni arrivano segnali di solidarietà: un allevatore di bovini del nord Italia, che ha cessato la sua attività, è pronto ad ospitare circa 50 capi di bestiame, con la possibilità di uno spazio mungitura.
E poi ancora, nelle Marche, sono stati mezzi a disposizione una decina di siti dove far convogliare i capi di bestiame. Spiegano da Confagricoltura: «Anche chi è stato danneggiato, ma ha a disposizione ancora strutture in piedi, si è dato da fare per gli altri allevatori più in difficoltà».
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