"Rivedremo il Pil al rialzo" Giorgetti scalda i poteri forti

Al Forum Ambrosetti il governo incassa il gradimento della classe dirigente, che condivide le critiche alla Bce

"Rivedremo il Pil al rialzo" Giorgetti scalda i poteri forti

Le elite di economia e grande finanza non sono mai state così in sintonia con questo governo di centro destra. E non era scontato. Basta ricordare che la genesi dell'esecutivo Meloni coincide con la fine di quello guidato da mario draghi. Ma tant'è. Lo ha sancito ieri un «club» esclusivo come il Forum Ambrosetti di Cernobbio. L'appuntamento più importante dell'anno, quello di settembre, era caduto poco prima delle elezioni. Allora è toccato a questo, più breve e meno affollato, di primavera misurare il clima tra il potere economico e quello politico. E al ministro Giancarlo Giorgetti, invitato di spicco, è andata assai bene: non solo ha incassato largo consenso sulle mosse fin qui effettuate; ma ha pure registrato che da parte del consesso più europeista che si possa trovare si respira in larga parte lo stesso disappunto espresso dal governo nei confronti della Bce.

Giorgetti, di suo, ha dato la notizia migliore: il Pil del 2023, che il governo ha stimato +0,6%, sarà rivisto al rialzo: «Il contesto è di grande incertezza ma c'è voglia di crescita, di ripresa. Non siamo destinati alla recessione. E il titolare dell'Economia sottolinea che «pur essendo possibile una ulteriore accelerazione dell'attività economica, per motivi prudenziali continueremo ad assumere un ritmo moderato di crescita». Ma che l'economia del Paese sia proiettata ad andare meglio lo certifica anche la platea del Forum, che in un sondaggio vede la crescita del nostro prodotto interno lordo addirittura tra l'1 e il 2% (42,9% dei partecipanti), con qualcuno che anche più positivo pensa che possa superare la soglia del 2% (il 14,3%). L'obiettivo ora, sottolinea il Mef «è dare stabilità alla ripresa». Ma il convitato di pietra resta l'inflazione. E combatterla «con la politica monetaria non basta, e la recessione non può essere il prezzo da pagare per domarla», ammonisce Giorgetti. Il ministro quindi pur sottolineando come «l'autonomia delle Banche Centrali» vada rispettata, auspica che «la loro azione di politica monetaria sia orientata, sia al contenimento dell'inflazione sia alla stabilità finanziaria». Una stoccata alla Bce che - come detto - arriva ancora più netta dagli imprenditori del Workshop che, in un altro sondaggio, criticano l'operato di Francoforte: il 47,3% lo ritiene «appena sufficiente» e solo il 26,4% lo stima «positivo» (con un crollo rispetto al 2022 quando a favore era il 45,7%). Netto il giudizio del 17,6% che lo boccia senza appello e lo ritiene negativo. Certo, restano le nubi sul Pnrr (per Giorgetti «l'attuazione è la priorità del governo», ma, «osservo in questi giorni polemiche che non hanno alcun senso».

Qualche nube sull'economia italiana arriva anche dai dati sull'occupazione, diffusi da Eurostat.

Il tasso di occupazione nel 2022 è cresciuto di 1,9 punti, ma l'Italia resta distante di quasi 10 punti dalla media europea e scivola in fondo alla classifica, con il sorpasso della Grecia. Confermando che il lavoro resta forse il punto più debole del nostro sistema produttivo e sociale.

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