Green pass e obbligo vaccinale al momento restano. Ma il premier Mario Draghi conferma la volontà del governo di «eliminare le restrizioni il più presto possibile» ma abbiamo davanti ancora «un mese, un mese e mezzo di incertezza». Il premier al termine del consiglio dei ministri annuncia l'arrivo in tempi stretti della roadmap che ci condurrà fuori dallo stato di emergenza. «Voglio uscire al più presto possibile, questa è la mia determinazione, vorrei anche eliminare le restrizioni il più presto possibile - spiega Draghi- Non abbiamo una roadmap precisa, ma la faremo, è una questione di giorni, in modo tale da eliminare ogni incertezza tra ora e il 31 marzo. Questo è importantissimo per tutti, perché darebbe certezza a questo mese che è ancora un po' incerto».
Non è ancora il momento del «liberi tutti», anche per Franco Locatelli, coordinatore del Comitato tecnico scientifico e presidente del Consiglio superiore di sanità. Occorrono ancora «gradualità e prudenza nelle riaperture che ci devono essere» senza dimenticare che «la circolazione virale non è tra le più basse» e dunque resta «fondamentale raggiungere tutti con la vaccinazione». In particolar modo quel mezzo milione di over 50 che sono ancora attivi e al lavoro ma anche tutti i cittadini ancora scoperti: 5 milioni tra chi ha più di 5 anni e 1,3 milioni in tutto tra gli over 50. L'orientamento del governo è chiaro: il certificato verde potrebbe esser ammorbidito, ma non cancellato e infatti due giorni fa il Parlamento ha bocciato l'emendamento di Fratelli d'Italia che chiedeva di abolirlo subito a fine marzo, quando cesserà lo stato di emergenza.
Certo, dice il sottosegretario alla Salute Andrea Costa, «l'abolizione del green pass è un'ipotesi su cui stiamo ragionando». «Alla fine dello stato di emergenza sicuramente inizierà una fase nuova che sarà messa in evidenza da un allentamento delle misure restrittive», osserva Costa che allo stesso tempo ribadisce la necessità di mantenere l'obbligo vaccinale per gli over 50 fino al 15 giugno. «Dobbiamo fare i conti e procedere nel rispetto di questa regola» senza escludere anche una possibile proroga, avverte Costa, presumibilmente fino alla fine dell'anno. Quindi si procede un passo per volta: stadi al 75%, bar aperti in cinema e teatri e possibilità di visite in ospedale. Dopo la fine dello stato di emergenza il 31 marzo probabile che il green pass non venga più richiesto per il consumo ai tavoli all'aperto, ma resterà al chiuso e per viaggiare su treni, aerei e navi.
La curva epidemica rallenta e nel bollettino quotidiano dopo due mesi scendono sotto quota mille le terapie intensive, sono 987, 50 posti letto Covid in meno rispetto al giorno precedete. Il tasso di positività è al 10,5% con 53.662 nuovi contagi e poco più di mezzo milione di tampone effettuati. I ricoverati con sintomi nei reparti ordinari sono 13.948, 614 in meno in 24 ore. Ma è il monitoraggio settimanale dell'Istituto Superiore di Sanità a confermare che il virus sta arretrando. L'incidenza dei contagi a livello nazionale scende a 672 ogni 100mila abitanti, rispetto ai 962 della settimana precedente. L'indice Rt medio calcolato sui casi sintomatici, nel periodo 26 gennaio-8 febbraio, è pari a 0,77 in diminuzione e al di sotto della soglia epidemica.
In considerazione dei dati positivi Abruzzo, Marche, Piemonte e Valle d'Aosta passano dall'arancione al giallo mentre la Lombardia dovrà aspettare un'altra settimana per tornare al bianco dal giallo. Il calo, sottolinea il presidente Iss, Silvio Brusaferro, riguarda tutte le regioni e tutte le fasce d'età.
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