Rogo in discoteca, strage di ragazzi: 59 morti. "Un giro di mazzette per evitare i controlli"

L'incendio in un locale a Kocani, le vittime tutte giovanissime. Corruzione nel mirino, il governo promette una stretta

Rogo in discoteca, strage di ragazzi: 59 morti. "Un giro di mazzette per evitare i controlli"
00:00 00:00

La corruzione è probabilmente al centro del disastroso incendio che tra sabato e domenica ha distrutto una discoteca a Kocani, cittadina nella parte orientale della Macedonia del Nord, causando la morte di 59 persone, per lo più giovani. Secondo la ricostruzione offerta dal ministro degli Interni Pance Toskovsky il locale in questione non aveva il permesso per lavorare. «Questa licenza, come molte altre cose in Macedonia nel passato, è legata alla corruzione», ha detto Toskovsky durante una conferenza stampa. Per il disastro sono stati emessi mandati di arresto per quattro persone e le autorità locali stanno indagando proprio nella direzione delle mazzette, che avrebbero impedito i controlli sui dispositivi anti-incendio. Sono sette i giorni di lutto nazionale decisi dal governo di Skopje, che al contempo ha deciso di ispezionare tutte le discoteche del paese.

Immediato il cordoglio internazionale per quanto accaduto. Papa Francesco dal Gemelli ha manifestato «la sua spirituale vicinanza ai feriti» e in un telegramma assicura «il ricordo nella preghiera per quanti hanno perso la vita» e invoca «il celeste conforto per coloro che soffrono le conseguenze di una prova così dura». Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, esprime «a nome del Governo italiano e mio personale, la vicinanza e le più sentite condoglianze alle famiglie delle vittime, ai feriti e alla Macedonia del Nord tutta, la Macedonia del Nord è una Nazione amica a cui l'Italia è particolarmente vicina in questo momento così difficile». Anche il presidente della Camera dei deputati, Lorenzo Fontana, ha manifestato il proprio cordoglio per le vittime: «Siamo uniti nel lutto in questo drammatico momento». Il ministro degli esteri Antonio Tajani si dice «vicino a Paese amico in momento di difficoltà». Vicinanza ai familiari delle vittime anche dal numero uno della Commissione Europea Ursula von der Leyen («la Ue è solidale con il popolo della Macedonia del Nord in questo momento difficile») e dal presidente del Consiglio Ue Antonio Costa («ho il cuore spezzato per la perdita di così tanti giovani nel terribile incendio»).

In Serbia il presidente Aleksandar Vucic, in questi giorni alle prese con un ampio movimento di protesta per la strage ferroviaria di Novi Sad, ha dichiarato che martedì prossimo, 18 marzo, nel paese ci sarà una giornata di lutto nazionale per le vittime dell'incendio. Parlando al telefono con il presidente Gordana Siljanovska-Davkova, Vucic ha messo a disposizione gli ospedali serbi per ospitare eventualmente i feriti nell'incidente. Stessa disponibilità anche dai governi di Grecia e Bulgaria. Singolare la vicinanza di paesi in cui sono accaduti recentemente episodi simili, con vittime molto giovani.

In Grecia due anni fa la strage di Tempi, con lo scontro fra due treni che ha causato la morte di 57 fra studenti e macchinisti, ricordata pochi giorni fa per le piazze di tutto il paese da imponenti manifestazioni di protesta contro la corruzione e contro il governo; in Serbia sabato scorso più di 100mila cittadini hanno sfilato per ricordare le 15 vittime del crollo di una pensillina ferroviaria a Novi Sad lo scorso novembre.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica