Rifiuti, campi rom e immigrati: il M5s litiga e scorda le grane

Le bugie di Virginia Raggi sul "caso Muraro" sono poca roba se confrontata all'immobilismo dei (quasi) primi cento giorni con il degrado di Roma che avanza

Rifiuti, campi rom e immigrati: il M5s litiga e scorda le grane

Luigi Di Maio ha mentito e il sindaco di Roma Virginia Raggi ha fatto un pasticcio con le nomine della sua giunta e del suo staff. Eppure la trasparenza era il mantra che aveva portato il Movimento Cinquestelle a prendere il 25% alle ultime Politiche, con la promessa di aprire “il Parlamento come una scatola di tonno”.

Il caos dei Cinquestelle a Roma

I grillini si sono incartati sulle loro stesse norme, sul giustizialismo ad ogni costo che diventa impraticabile quando si arriva al governo, e sulla democrazia diretta. Quando si ignorano, o talvolta si censurano, i commenti negativi sul blog o su Facebook viene meno il principio “uno vale uno”, soprattutto con Beppe Grillo che scende a Roma per rimettere in riga tutti. A dir la verità, Grillo e gli esponenti del direttorio hanno incontrato i loro sostenitori non nella Capitale ma a Nettuno, parlando per ore da un palco, senza dare la possibilità ai giornalisti e agli elettori critici di porre loro delle domande scomode. Alla faccia della democrazia diretta.

Paola Muraro a parte, che per il momento resta al suo posto, ora è saltato anche l’assessore al Bilancio in pectore, Raffaele De Dominicis e il ruolo di Raffaele Marra è stato ridimensionato. In pochi giorni un mix di bugie, pressapochismo e dilettantismo, ha messo in cattiva luce i primi cento giorni (non ancora compiuti) della sindacatura della Raggi. Nei primi cento giorni, però, solitamente si raggiunge il picco massimo di consensi e si tracciano le linee di governo per i mesi e gli anni futuri, ma i Cinquestelle capitolini si sono incartati sulle loro stesse contraddizioni. Tra il primo e il secondo turno, la Raggi, commentando il suo 35% raggiunto, aveva esultato: “Il vento sta cambiando” eppure finora si è sentita soltanto la puzza del sangue delle correnti pentastellate in lotta tra loro. Ma, se si chiedesse ai romani chi sceglierebbero oggi come primo cittadino della Capitale, molto probabilmente risponderebbero ancora Raggi perché alle bugie dei politici sono abituati. L’ultima, la più recente e famosa è sintetizzabile nella frase di Matteo Renzi: “Enrico, stai sereno”.

Il degrado di Roma

Se i grillini capitolini hanno una colpa è, dunque, quella di aver promesso un cambiamento che i romani non stanno avvertendo e, sapendo da mesi che avrebbero vinto le elezioni, non potevano e non possono più trincerarsi dietro l’inesperienza o i poteri forti. Il problema non sono le bugie, ma i rifiuti che sono stati tolti solo dalle vie principali del centro e in pieno agosto, quando la maggior parte degli esercizi commerciali sono chiusi e i romani sono in ferie. Adesso, in autunno, con i nuovi vertici dell’Ama, la municipalizzata dei rifiuti, ancora da scegliere, e magari con l’assessore Muraro che sarà costretta a dimettersi con l’arrivo dell’avviso di garanzia, il problema della 'monnezza' si ripresenterà. Quando le strade di Roma assomiglieranno di nuovo a quelle di Napoli, le omissioni della Raggi sul caso Muraro sembreranno delle pagliuzze. Per non parlare del taglio di 800 corse di autobus che si è verificato proprio all’inizio di questa settimana. Un articolo di Repubblica ha documentato che per arrivare al centro da un quartiere periferico come Tor Tre Teste sono necessarie 2 ore e 11 minuti. Basteranno i 18 milioni di euro stanziate dal Comune per porre rimedio a questa situazione senza scontentare gli elettori grillini che lavorano all’Atac, l’azienda partecipata dei trasporti?

L'emergenza migranti al Baobab

Su queste problematiche più che sulle bugie sarà chiamata a rispondere la neosindaca e, per ora, le premesse non sono buone neanche sul fronte della sicurezza. Al quartiere Collatino, pochi giorni fa, un uomo ha ferito con la pistola un libico con cui stava litigando ma ha colpito di striscio anche un passante. E che dire delle promesse fatte dalla Raggi in campagna elettorale sul superamento dei campi rom e sull’accoglienza ai migranti? Appena eletta, il 7 luglio, la Raggi assicurò che entro una settimana avrebbe risolto il problema dei migranti che,come ha documentato anche Il Giornale, bivaccano ancora in via Cupa col sostegno degli attivisti del Centro Baobab. Si tratta del centro che era gestito da Salvatore Buzzi dove è stata scattata la famosa foto della cena bipartisan e che è stato chiuso nel 2015 dopo gli attentati di Parigi a seguito dei controlli delle forze dell’ordine sui profughi non identificati. Ebbene, stando a quanto affermano i residenti della zona, pare che il Comune abbia risolto destinando 170mila euro per il centro migranti di Via del Frantoio a Colle Aniene e consentendo che nasca, entro fine settembre, un nuovo centro migranti alla Stazione Tiburtina, ovviamente gestito dagli attivisti del Baobab.

I Cinquestelle aprono un nuovo campo rom

Ma i centri d’accoglienza e i campi rom non erano una mangiatoia politica? A fine giugno la Raggi, in un’intervista rilasciata ad Euronews, prometteva che la sua amministrazione avrebbe seguito la strada del superamento dei campi, ossia la loro graduale chiusura. “Chi ha la possibilità di comprarsi o di affittarsi una casa lo farà, esattamente come fanno tutte le altre persone in Italia”, sentenziò. Ma, anziché favorirne la chiusura, i Cinquestelle hanno deciso di trovare un'area alternativa ma vicina al camping River di via Tiberina, (che ora ospita circa 800 nomadi) dove far nascere un nuovo campo rom.

Proprio qui sarebbe dovuta andare a vivere un’anziana sfrattata dal suo appartamento in via del Colosseo ma, grazie all’interessamento di Casa Pound, si è evitato questo scempio. Prendendo atto di questo, siamo proprio sicuri che a Roma il vento stia cambiando e che il problema siano veramente le bugie della Raggi e di Di Maio?

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