Romani senza bus e sommersi dai rifiuti. Ma i dirigenti Atac incassano i super premi

Corse tagliate e disservizi. Eppure i bonus di risultato arrivano a 40mila euro

Romani senza bus e sommersi dai rifiuti. Ma i dirigenti Atac incassano i super premi

Roma - La strada del risanamento è lunga. Come l'attesa di un autobus a Roma. Ma nonostante i disservizi cronici, gli scandali a ripetizione e il pesante indebitamento, l'azienda dei trasporti romana continua a pagare premi di risultato ai suoi dirigenti. L'Atac negli ultimi anni ha sì ridotto il numero dei dirigenti, che solo tre anni fa contava ben 80 poltrone di alto livello, ma chi è riuscito a rimanere aggrappato al posto non può certo lamentarsi. Gli stipendi, se messi a confronto con lo stato penoso del servizio, continuano a essere lauti, da 70 a 200mila euro l'anno di lordo. Cui vanno aggiunti premi di risultato che arrivano anche a oltre 40.000 euro. E i dirigenti rimasti in carica sono comunque ancora più di cinquanta.

In gergo aziendale si chiamano Mbo, Management by objectives, e rappresentano il tentativo di introdurre un po' di meritocrazia in azienda. Tentativo fallimentare, a giudicare dal confronto tra i numeri presenti nell'informativa sulla trasparenza dell'azienda capitolina con i risultati inflitti ai passeggeri di metro e bus romani.

Non mostrate queste cifre ai passeggeri di un qualunque bus romano o metteranno mano alla pistola. Quest'estate la giunta Raggi ha deciso di rivedere gli orari, tagliando le corse degli autobus praticamente di un terzo. Non si tratta di una decisione folle, ma della semplice svelamento del quotidiano raggiro ai danni dei passeggeri: ogni giorno decine di corse previste e annunciate dalle tabelle alle fermate erano in realtà solo teoriche, perché la mancata manutenzione degli autobus provocava continui guasti, riducendo drasticamente il numero dei bus realmente in circolazione. Dunque un'operazione verità, a cui però non è corrisposto un analogo sconto sul costo del biglietto o su quello dell'abbonamento. Né una riduzione delle gratifiche ai dirigenti dell'azienda. Per l'utente medio è difficile capire, pescando a caso nell'elenco dei dirigenti, come si possa corrispondere un premio di 30mila euro al responsabile della Metro C, un'opera monca, non collegata al resto della rete metropolitana. Oppure 20mila al responsabile del Servizio prevenzione della corruzione. Oppure 17mila al responsabile dei mezzi di superficie, cioè di veicoli come il bus che quest'estate è andato a fuoco con i passeggeri a bordo o il tram che si è fermato perché non riusciva a superare una salita e ha dovuto far scendere i passeggeri. I tagli ci sono stati, ma fin qui sono andati al passo con la velocità dei bus: andatura lumaca. Il tutto mentre l'azienda ha ancora oltre un miliardo di debito e ancora due anni fa assumeva 421 persone a fronte di 407 dipendenti fuoriusciti, nonostante gli 11.900 dipendenti, con un costo del lavoro pari al 64% del fatturato, cioè quasi il doppio dei ricavi che arrivano dai biglietti.

Almeno

all'Ama, l'azienda che raccoglie la spazzatura, a fronte di debiti e disservizi che in estate hanno toccato punte allarmanti, hanno solo una ventina di dirigenti e hanno la decenza di non pagare loro i premi di risultato.

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