Il ruolo decisivo del Qatar (e dei Fratelli musulmani)

Oltre alla Turchia spunta anche l'intermediazione di Doha. Due attori sullo scacchiere libico

Il ruolo decisivo del Qatar (e dei Fratelli musulmani)

E alla fine spuntò anche il Qatar. Proprio così. A rendere politicamente ancor più imbarazzante la trattativa per la liberazione di Silvia Romano s'aggiungono ora le indiscrezioni, rilanciate dal Corriere della Sera, sul ruolo dell'Emirato nella fase finale della trattativa. La fase in cui si discussero l'entità del riscatto, le modalità della sua consegna e la liberazione dell'ostaggio. Tutti dettagli messi a punto dai nostri servizi segreti e dagli emissari di Al Shabaab discretamente ospitati nei palazzi di Doha. Nell'ambito dei rapporti con lo jihadismo e il terrorismo, l'Emirato non è mai stato un attore neutrale. Il Dipartimento del Tesoro americano da oltre un decennio segue i finanziamenti usciti dalle casse dell'Emirato e finiti in quelli di Al Qaida prima e dello Stato islamico poi. E nel 2012 le forze speciali francesi mandate a preparare l'intervento nel Mali occupato dalle cellule jihadiste scoprirono, tra lo sconcerto di un Nicolas Sarkozy vicinissimo a Doha, che l'Emirato era tra i grandi sostenitori del nemico.

Ombre allungatesi anche sul panorama del mondo islamico italiano. Doha oltre a essersi comprata i grattacieli di Milano, le coste della Sardegna e aver investito in alberghi di lusso e case di moda italiane, è anche la grande finanziatrice delle moschee legate alla Fratellanza musulmana. Da Doha predica, del resto, Yusuf al-Qaradawi, il leader spirituale dei Fratelli musulmani celebre per i sermoni sulla riconquista islamica di Roma e dell'Europa.

Come se non bastasse il Qatar è anche il grande alleato della Turchia nella partita libica. Una partita in cui il principale nemico sono gli Emirati Arabi conosciuti come i principali sostenitori del generale Khalifa Haftar assieme a Egitto e Arabia Saudita. Ma anche l'Italia, un tempo grande alleata del premier libico Fayez Al Serraj letteralmente traghettato a Tripoli dai nostri servizi segreti e dalla nostra Marina, non è più un partner gradito. Oggi sia Ankara (che ieri ha celebrato ufficialmente come «grande successo dei nostri 007 la liberazione di Silvia Romano»), sia Doha puntano a tagliarci fuori dallo scenario libico in modo da annullare qualsiasi dipendenza di Tripoli dall'Europa e dall'Occidente e garantirsi l'egemonia dei gruppi islamisti legati alla Fratellanza.

Del resto il Qatar è stato - assieme alla Francia di Sarkozy - il deus ex-machina di quella «rivoluzione» del 2011 messa in scena non solo per eliminare Muhammar Gheddafi, ma anche per estromettere definitivamente l'Italia della sua ex colonia. Insomma per liberare l'ostaggio Silvia Romano abbiamo consegnato un altro pezzo d'interesse nazionale ai nostri nemici.

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