Elly Schlein ha scelto per il Pd la strada della polemica contro il governo a prescindere dal merito degli argomenti trattati. Lo ha fatto martedì scorso riproponendo le vecchie idee della sinistra in materia fiscale: Irpef ad aliquota progressiva e patrimoniale sul catasto. Lo ha fatto ieri, presentando al Senato, un ddl per contrastare il caro-mutui nel quale si allargano, a spese dello Stato, le possibilità di rinegoziazione per privati e imprese. Insomma, niente di nuovo sotto il sole.
Ovviamente, tutto è un pretesto per attaccare Palazzo Chigi. «La card Dedicata a te è uno strumento escludente: esclude le persone anziane, i percettori del reddito di cittadinanza, i Comuni e i servizi sociali. Questo strumento è una grande presa in giro», ha detto Schlein ieri a margine dell'assemblea di Confagricoltura. Invettiva che ha indispettito Fdi che ha ricordato come il presidente dell'Anci, Antonio Decaro, abbia approvato l'iniziativa pur essendo del Pd.
Ma a Schlein non è bastato. «Giorgia Meloni smantella l'unico strumento di protezione sociale, il reddito di cittadinanza, con una mano e poi offre una mancetta con l'altra, una cifra che insulta la dignità delle persone e non cambierà la vita di nessuna famiglia in difficoltà: i 382 euro della carta per l'acquisto di generi alimentari di prima necessità corrispondono a circa 30 euro al mese, meno di un euro al giorno», ha dichiarato.
«Continua intanto - ha proseguito - l'assordante silenzio della presidente del Consiglio sulla proposta di salario minimo: è l'Istat, e non l'opposizione, a certificare che aiuterebbe 3.5 milioni di lavoratrici e lavoratori». Bisogna dire che il salario minimo rappresenta una sorta di harakiri multiplo per i dem. In primo luogo, è una débâcle politica perché pone il Pd nuovamente in posizione subalterna ai Cinque stelle, che dalla scorsa legislatura si battono per questa legge (che non è diventata tale a causa della pandemia che bloccò il Conte II). In seconda istanza, è un insuccesso strategico. Con il salario minimo Schlein si sarà anche riavvicinata a Landini e alla Cgil, ma ha spaccato i sindacati vista la forte contrarietà della Cisl.
Il terzo imbarazzo è diplomatico perché ha creato un incidente tra Confindustria e Confcommercio, cioè le controparti che dovrebbero applicare la proposta ove mai fosse approvata. «Abbiamo un tema di salari bassi ma nessuno chiarisce dove. Io non ci sto. Commercio servizi, cooperative e finte cooperative, sappiamo chi paga poco», mentre ci sono imprese che «pagano molto e c'è il famoso cuneo fiscale», ha rimarcato il presidente di Confindustria Carlo Bonomi ricordando che «tutti i contratti di Confindustria sono sopra al salario minimo». Piccata la replica della vicepresidente di Confcommercio, Donatella Prampolini.
«I contratti più importanti firmati dal sistema Confcommercio si collocano tutti all'interno della previsione dei 9 euro. Il nostro Ccnl servizi, il più applicato, è ben oltre la soglia», ha risposto. Una diatriba che non sarebbe mai sorta se Schlein non fosse costretta a fare qualsiasi cosa pur di farsi notare.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.