Le contestazioni della Fiom all'ingresso dello stabilimento Persico di Nembro sono solo un assaggio. Accompagnato dal sottosegretario Graziano Delrio, il premier Matteo Renzi è stato accolto ai cancelli della fabbrica da alcune centinaia di manifestanti che lo hanno contestato. Al braccio armato della Cgil non va giù che il premier partecipi all'assemblea della Confindustria. "Il governo assume la piattaforma di Confindustria e non ha idea di dove portare il Paese", ha tuonato Susanna Camusso minacciando di proseguire la mobilitazione del 25 ottobre per "arrivare fino allo sciopero generale". Insomma, per il governo è appena iniziato l'autunno caldo. Ma il premier non se ne cura e agli industriali promette: "Nella legge di stabilità taglieremo 18 miliardi di tasse".
Un clima da Italia anni Settanta. Le contestazioni davanti alle fabbriche, il sindacato a testa bassa contro il governo, la protesta che avanti a oltranza. Solo che, a differenza di trenta e rotti anni fa, ci passa un crisi economica che spacca le gambe a imprenditori e industriali e una recessione che toglie il fiato alle famiglie e ai giovani. E, nonostante il sistema Italia chieda le riforme necessarie a rialzare la testa, la Cgil e la Fiom vanno avanti per la propria strada, incapponendosi in una battaglia di retroguardia che mina il futuro di tutti gli italiani. "Le difficoltà devono essere affrontate, non vanno sottovalutate - tuona Renzi all'assemblea di Confindustria - ma se l’Italia è quello che è, lo dobbiamo a quelle donne e uomini che nel corso degli anni hanno rischiato e ci hanno messo la faccia". Agli industriali, ai piccoli e medi imprenditori, agli artigiani. Non certo ai sindacati e ai sindacalisti. E così, mentre un manipolo di operai della Fiom tuona contro il governo davanti alla Persico di Nembro, il premier tira dritto e rilancia l'azione di governo nell'iter per le riforme. A partire dalla legge di Stabilità, una manovra da 30 miliardi di euro.
Come per la gran parte delle misure che Renzi intende mettere in agenda, anche la legge di Stabilità parte bene. Promette un taglio netto delle tasse (un intervento da 18 miliardi di euro) e, come aveva annunciato qualche giorno fa, stanzia gli incentivi che permetteranno per un triennio di non pagare contributi a chi fa assunzioni a tempo indeterminato. "Tutti parlano dell'articolo 18 - spiega - invece 18 sono i miliardi che taglieremo come tasse tra la legge di Stabilità per il 2014 e quella per il 2015". Di questi 18 miliardi, dieci andranno a finanziare in modo stabile il bonus degli 80 euro, mezzo miliardo finirà in detrazioni fiscali per le famiglie e il resto servirà a coprire gli incentivi che permetteranno per un triennio di non pagare contributi per chi fa assunzioni a tempo indeterminato e la riduzione dell'Irap per 6,5 miliardi di euro.
Il tutto per quella che il premier definisce "la più grande riduzione delle tasse" mai fatta in Italia. Per rilanciare i consumi, poi, il governo sta lavorando a una misura per lasciare il Tfr in busta paga a chiunque lo desideri. Un'operazione a sostegno alle pmi che Renzi concerterà con le banche.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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