Si è risolta con un nuovo nulla di fatto la riunione di ieri dell’Eurogruppo. Sedici ore di trattative non sono servite ai ministri delle Finanze dell’Eurozona a trovare un accordo. A bloccare tutto è ancora il nodo delle "condizionalità" del Fondo salva Stati. L’Italia chiede l’accesso alle linee di credito "con l'impegno a rispettare il quadro macro-economico del semestre europeo", ma "senza riforme o austerità", mentre i Paesi del Nord Europa, capeggiati dall’Olanda, spingono per una "condizionalità in due fasi": risorse senza condizioni in un primo momento, ma poi l’austerity per tornare "ad una situazione macro-economica stabile".
Il tema del ricorso al Mes infiamma anche il dibattito interno. Possibilista l’ex premier Enrico Letta, che come il collega Mario Monti spinge per un "compromesso accettabile", pur escludendo l’ipotesi di uno scenario "Grecia". Tra i favorevoli anche i parlamentari di Italia Viva, come Luigi Marattin, economista che chiede il ricorso al Fondo Salva Stati nell’immediato, con "condizionalità leggere".
Sulle barricate invece, ci sono i grillini che per ora sembrano dettare la linea nell'esecutivo. Stamattina il ministro degli Affari Europei, Vincenzo Amendola, su Rainews24 ha chiuso le porte al Mes: è "uno strumento inadeguato", così l'ha definito, per affrontare la crisi economica generata dalla pandemia. "Ci sarà bisogno e c'è bisogno anzitutto di strumenti nuovi", ha aggiunto.
No al Mes anche dalla Lega, con Salvini che è pronto a denunciare il premier: "Se il governo italiano, senza aver avuto l'ok del Parlamento e quindi dei cittadini, procederà con il Mes, lo farà al di fuori della legge e del buon senso, mettendo a rischio i risparmi, i beni, il lavoro e il futuro degli italiani". "La Lega – promette Salvini - si opporrà in ogni sede e con ogni mezzo a questo attacco al nostro Paese".
"No al Mes, sì a buoni del Tesoro 'Orgoglio Italiano’, ad alto rendimento o con fiscalità di vantaggio, destinati agli italiani che possono e vogliono investire nel futuro del Paese, senza ipotecare risparmi, lavoro e vita come accaduto purtroppo in Grecia", è il concetto, ribadito su Facebook dal leader leghista anche stamattina, mentre ieri Claudio Borghi, economista e deputato della Lega ha scritto una lettera al presidente dell’Eurogruppo, Mario Centeno.
Nella missiva c’è un altolà al governo italiano: "La legge richiede che il Parlamento sia coinvolto in ogni negoziato e accordo raggiunto con le istituzioni, come per il Meccanismo europeo di stabilità, ma l'esecutivo italiano non si attiene a questa norma, visto che sta trattando e discutendo il ricorso dell’Italia al MES". Da qui l’avvertimento al ministro delle Finanze portoghese: "Qualsiasi accordo sottoscritto dal governo italiano deve essere considerato nullo, per mancanza di autorità e rappresentanza".
Questo, precisa Borghi, vale anche per le eventuali "condizionalità presenti e future". Sentito da La Verità l’economista denuncia come l’ultima volta che si è parlato dell’eventualità di ricorrere al Mes è stato quasi un mese fa, durante un’audizione in videoconferenza con il ministro Roberto Gualtieri. La posizione di via XX Settembre, ricorda Borghi, era, in sostanza, quella di un ricorso alle linee di credito del Fondo, solo nel caso in cui fossero state messe a disposizione senza condizionalità.
Intanto da Berlino arrivano segnali di distensione.
Olaf Scholz, ministro delle Finanze tedesco, spera in un’intesa prima di Pasqua. E sul Mes sembra tendere la mano a Roma: "Non deve essere collegato ad uno scenario in cui, come dieci anni fa, arrivavano i commissari oppure una troika".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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