Matteo Salvini annuncia la linea dura sui migranti. E dopo le polemiche sulla apertura dei centri per il rimpatrio (contenuti nel contratto di governo ma non amati dai governatori leghisti del Nord), ora il ministro dell'Interno spiega più chiaramente quale è la sua idea.
"Il governo realizzerà dei Centri per i rimpatri chiusi affinchè la gente non vada a spasso per le città - ha detto, come riporta Repubblcia - la gente non vuole avere dei punti dove uno esce alle 8 della mattina, rientra alle 10 la sera e durante il giorno non si sa cosa fa e fa casino". Il tema sarebbe già all'ordine del giorno con i Presidenti delle regioni del Nord. "Tutti i governatori leghisti - ha detto il ministro a Montecitorio - non vedono l'ora di avere Centri chiusi". Salvini poi scansa con poche parole le polemiche sul fatto che, a sinistra, hanno sempre considerato quei centri di espulsione come delle carceri a cielo aperto: "Sono dei centri per i rimpatri - ha liquidato la questione il leghista - e se qualcuno è trovato in possesso di documenti falsi o senza documenti, prima di espellerlo dobbiamo capire chi è e da dove viene".
La questione dei Cie è lunga. E attraversa più di un governo.
Quando al Viminale sedeva Marco Minniti (ministro di cui Salvini ha detto di voler conservare le cose buone fatte), i centri per le espulsioni furono trasformati in centri per i rimpatri (stessa cosa, nome diverso) e il progetto prevedeva l'apertura di una struttura in ogni regione.
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