Salvini e l'idea del "si può fare"

Salvini e l'idea del "si può fare"

Pazza idea? Forse. Ma nemmeno troppo. Un governo politico e alternativo al Conte bis è possibile anche se non probabile. Ed è su quel «possibile» che il leader della Lega, Matteo Salvini (nella foto), sta concentrando le sue energie di manovratore. E spiega il suo ragionamento nel corso di un'intervista all'agenzia Italpress. Sul futuro del governo Conte l'idea è semplice. «Penso che finirà in nulla e che questo continuo litigio porterà a un logoramento che farà saltare tutto. La via maestra sarebbero le elezioni - spiega il leader del Carroccio, che al momento delle ultime politiche guidava il terzo partito italiano ma che da tempo è ormai saldamente il primo movimento politico con il 24% dei consensi -, l'unica alternativa percorribile è un governo a guida centrodestra, non guidato da me, ci sono economisti e imprenditori che potrebbero accompagnare il Paese».

I cronisti politici e gli addetti ai lavori si sono affrettati a tratteggiare un identikit di questo «personaggio» cui affidare le sorti del Paese nel momento in cui Conte dovesse rassegnare le dimissioni. Non il solito (e ormai inflazionato) Mario Draghi, bensì un politico con il curriculum da esperto economista. Uno, magari, molto apprezzato dalle parti di via Bellerio. Uno come Giulio Tremonti.

«Vedo in Senato, ma anche alla Camera, tanta gente partita con un'idea forte ma che adesso dice: non ne posso più - aggiunge Salvini nel corso dell'intervista -. Non penso a gruppi organizzati, ma c'è tanta gente che dice che l'Italia non merita queste scene». Forse il riferimento è a gruppi di potenziali «responsabili», cui risulta già da adesso indigesto il «teatrino di Conte e Renzi», ma che non sono disposti a far chiudere la legislatura, dopo la quale di sicuro troverebbero le porte di Montecitorio e Palazzo Madama sbarrate.

Due vecchie volpi della politica come Francesco Storace e Gianfranco Rotondi danno due visioni differenti di questa suggestiva ipotesi, partendo da posizioni e sensibilità ovviamente distanti. «Se ce ne fosse l'occasione - scrive Storace sulle pagine del Tempo - come si potrebbe dire di no a una maggioranza parlamentare imperniata sul centrodestra?». L'ex leader della Destra poi va oltre. Azzarda che anche la Meloni, in caso di una impossibilità del ricorso alle urne causa Covid, accetterebbe questa ipotesi. L'esponente democristiano, invece, giudica l'uscita di Salvini uno sparo a salve. «È una finta per tranquillizzare i molti del centrodestra che sono renitenti alla leva elettorale. Le crisi di dicembre e gennaio portano al voto». Se Conte cade, però, di prassi si dovrà tentare la via parlamentare.

Ed è su quel passaggio che punta Salvini, visto che la maggioranza oggi ha già meno voti che 15 mesi fa. In questo senso la stessa posizione di Silvio Berlusconi è di massima prudenza, non quindi critica a priori: «Ci rimettiamo alla saggezza del Colle».

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