"Salvini, no al processo" Le donne di Forza Italia attaccate dal branco 5S

Carfagna: «Mai la via giudiziaria per far cadere il governo». Ma i grillini insultano

"Salvini, no al processo" Le donne di Forza Italia attaccate dal branco 5S

Mai la via giudiziaria per un obiettivo politico. Anche se è quello di abbattere il governo gialloverde. Forza Italia è all'opposizione ma, fedele alla linea garantista sulla giustizia, annuncia il suo No all'autorizzazione a procedere contro il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, per il caso Diciotti.

E Sestino Giacomoni, membro del Comitato di Presidenza di Fi, precisa che il partito difende l'alleato leghista come gli avversari grillini. «Se il M5S - spiega- vota Sì al processo a Salvini vuol dire che secondo loro il ministro degli Interni non ha agito per il perseguimento di un preminente interesse pubblico nell'esercizio della funzione di governo. I grillini non si rendono conto che il processo a Salvini è il processo al loro governo».

Gli azzurri esaltano contraddizioni e divisioni nel M5S, ma anche dopo i distinguo dalla Lega sulla vicenda Sea Watch, non attaccano l'esecutivo Conte per la politica sull'immigrazione che, ricorda Giacomoni, «era contenuta nel programma del centro destra». Invece, non fanno sconti sulla politica economica «portata avanti dai 5S, che conducendo il Paese alla recessione».

La partita che mette a rischio il governo si giocherà in Senato, nella giunta delle elezioni e delle immunità e la capogruppo di Fi, Anna Maria Bernini, sottolinea che, al contrario dei grillini, gli azzurri hanno già fatto una scelta chiara. «La difesa delle proprie frontiere da parte di uno Stato è un dovere e non un reato», dice. Tuteleremo, aggiunge, Salvini e l'esecutivo dagli «sconfinamenti di una parte della magistratura». Ma Fi vuole anche far «emergere le contraddizioni insanabili di questo governo, con i 5S che vogliono far processare Salvini». Le critiche più pesanti riguardano il reddito di cittadinanza, che la Bernini paragona agli 80 euro del Pd, sempre alla vigilia delle europee, ricordando le proteste grilline sul «voto di scambio». In una nota i senatori 5S in Commissione Lavoro l'accusano di «superficialità e bassezza».

Attacchi e ironie anche sul Blog delle Stelle: «A Pd e Fi non resta altro che fare le passerelle sulle navi». Poi il bersaglio diventa la vicepresidente azzurra della Camera, Mara Carfagna, per la dichiarazione sul caso Sea Watch, insieme a Stefania Prestigiacomo, salita sulla nave dei migranti. «Carfagna ci accusa di prendercela con i più deboli: una posizione ridicola e di facciata, come le immagini della Prestigiacomo in gommone», dicono i 5S in commissione Esteri. parlando di «meri calcoli elettorali». Poi aggiungono: «La Carfagna, se proprio vuole occuparsi dei più deboli, pensi a cambiare dall'interno la vergognosa posizione del suo partito sul reddito di cittadinanza». L'azzurra replica che Fi non rinuncerà ai suoi principi nemmeno per «far saltare un governo a trazione 5S», al contrario di quel che fecero M5S e sinistra contro Silvio Berlusconi.

Bernini, Carfagna, Prestigiacomo nel mirino dei grillini e Mariastella Gelmini, presidente dei deputati di Fi, risponde: «Uno vale uno, ma devono fare branco per attaccare le donne di Fi? Grande debolezza nelle loro parole. Noi andiamo avanti a testa alta senza paura». Poi invita i grillini dubbiosi a votare No all'autorizzazione a procedere. «Non li prenderemmo in giro come fa il Pd, daremmo loro il benvenuto nella civiltà giuridica».

La Tav è l'altro fronte di scontro, con Lega e M5S divisi e Salvini che annuncia per venerdì la visita al cantiere dell'alta velocità a Chiomonte.

«Perché la maggioranza, se è una, fa dossier separati?», chiede Antonio De Poli (Udc). Al leghista la Gelmini chiede di «passare dalle parole ai fatti e imporre il completamento dell'opera». Per l'Udc Lorenzo Cesa, l'occasione sono le mozioni pro Tav in discussione alla Camera.

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