"Faccio migliaia di foto ogni giorno, non chiedo la carta d'identità a chi mi ferma per strada". Così Matteo Salvini risponde, parlando con l'Agi, alle polemiche nate dopo la pubblicazione di un selfie da parte di Antonio Matrone, detto Michele, figlio di Franchino "a belva", uno dei killer più spietati dei boss della camorra di Salerno.
"Siamo rimasti allibiti", scrivono in un comunicato i parlamentari grillini Andrea Caso e Francesco Urraro, membri campani della Commissione Antimafia, insieme alla collega di partito di Salerno, Virginia Villani. "Il ministro del "più selfie per tutti" ci ha abituati in 14 mesi ad ogni tipo di foto, ballo ed esibizione canora, ma, se la politica balneare al Papeete poteva farci pure sorridere, qui invece c'è da piangere perchè getta ombre su una persona che è stata ministro dell'Interno fino al giuramento del nuovo Esecutivo", scrivono i pentastellati che chiedono al leader del Carroccio di chiarire la sua posizione non solo pubblicamente ma anche in Commissione Antimafia.
E aggiungono: "Certe foto non sono solo passaggi per i social network, come un cittadino onesto potrebbe pensare. No, al Sud certe foto sono molto di più, sono lette talvolta dalle sigle mafiose locali come l'apertura di uomini dello Stato a poteri antistatali".
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