«Se non si riuscisse a interrompere il flusso d'ingresso via terra dalle frontiere orientali non escludiamo alcun tipo di intervento compreso quello di barriere fisiche», spiega il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, nella conferenza stampa di ieri pomeriggio al Viminale. La dichiarazione «bomba» passa in secondo piano rispetto all'emergenza Sea watch, ma dimostra che i migranti arrivano anche via terra nel Nord Est lungo la rotta balcanica. Lo stesso Salvini ammette che i «numeri sono ridotti», per ora. Il problema è che in Bosnia sono bloccati almeno 6mila migranti, ma potrebbero essere di più tenendo conto di quelli non registrati. «E nel nuovo campo non adatto all'emergenza di Vucijak, vicino al confine nord orientale con la Croazia, tutti sono attaccati alle mappe sui telefonini cercando la strada clandestina migliore per raggiungere Trieste», spiega una fonte sul posto del Giornale.
Ieri mattina Salvini ha sentito Massimiliano Fedriga, il governatore leghista del Friuli-Venezia Giulia. Dal primo luglio scatteranno i pattugliamenti misti italo-sloveni lungo il confine aperto europeo. Il 23 giugno sono stati fermati a Gorizia 40 migranti. Il giorno prima alle porte di Trieste è stato arrestato un passeur con cinque clandestini. In tre giorni sono stati intercettati almeno 150 migranti nel capoluogo giuliano. Cento in una sola mattina e chissà quanti sono riusciti a fare perdere le tracce passando di notte attraverso il Carso triestino. Rispetto ai 428 fermati in tutto il 2018, nei primi cinque mesi di quest'anno sono già arrivati in 652 escluso giugno. «Contiamo che il pattugliamento misto italo-sloveno dia i suoi frutti - ha dichiarato ieri Salvini - altrimenti a mali estremi, estremi rimedi. Ci sono esempi in Europa di controllo fisico delle frontiere terrestri». Il premier ungherese Viktor Orban ha alzato per primo barriere anti-migranti sui confini, ma oggi pure sloveni e croati stanno erigendo reti e srotolando filo spinato. Questa mattina il governo bosniaco discuterà provvedimenti simili e l'intervento dell'esercito sui punti caldi, come la frontiera nord occidentale con la Croazia vicina a Bihac.
«Spero di non essere costretto ad arrivare a tanto, ma se non si riuscisse di interrompere il flusso d'ingresso via terra - ha rivelato il ministro dell'Interno - non escludiamo alcun tipo di intervento compreso quello di barriere fisiche». Un «muro» anti-migranti a Nord Est è ancora lontano, ma se la situazione degenerasse Fedriga chiederà al governo la sospensione del trattato di Schengen, sulla libera circolazione tra i Paesi Ue, per fermare i migranti. Gianfranco Schiavone, ultrà dell'accoglienza a Trieste, ha spiegato che «da gennaio a giugno ne abbiamo contati un migliaio, ma non possiamo parlare di emergenza. L'incremento degli arrivi dei migranti dalla rotta balcanica fa parte della normalità dei flussi estivi». Se salta l' imbuto bosniaco ne arriveranno molti di più. I turchi hanno bloccato, solo in maggio, 27.536 migranti verso la rotta balcanica attraverso l'Egeo. Dall'inizio dell'anno sono passati per la Bosnia quasi in 10mila. Per il 90% sono uomini afghani, iracheni, indiani, bengalesi, marocchini, algerini. Il 40% sarebbero pachistani, che non hanno diritto all'asilo.
A Trieste quando sono stati scoperti in 100 una sola mattina venivano in gran parte dal Pakistan, ma hanno detto subito, imbeccati dalle Ong, di volere presentare domanda di protezione internazionale. E gli agenti italiani non hanno potuto rimandarli indietro.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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