«L'Italia è centrale in Europa, altro che isolata!». Il messaggio che ci arriva dal Lussemburgo, inviatoci da chi è al fianco di Matteo Salvini nella sua missione europea, è chiaro. Il vicepremier e leader della Lega si è fatto sentire al Consiglio dei Trasporti dell'Unione. Non solo il ponte sullo Stretto (ops, il ponte degli Italiani) che per Salvini si farà come ha ribadito a Le Figaro e El Pais ma anche lotta dura contro le forzature sull'euro7 (le auto green), impegni sulla sicurezza stradale e, soprattutto, una battaglia sul Brennero.
Sì, il ministro dei Traporti ha avviato una crociata contro la vicina Austria. O meglio, ha chiesto che sia formalizzata una procedura di infrazione nei confronti degli austriaci per i divieti imposti lungo il tratto autostradale di loro competenza. Già, perché da tempo, oltralpe, pensano a creare il corridoio verde lungo il Brennero per limitare la CO2, fermare l'inquinamento e tutelare il territorio. A discapito di migliaia di autotrasportatori. A discapito della nostra economia, a causa delle innumerevoli regole e controlli che limitano il traffico dei mezzi pesanti. «Tutti abbiamo a cuore l'ambiente ma il corridoio del Brennero non è solo dell'Austria, della Germania o dell'Italia ma appartiene a tutta Europa», ha tuonato Salvini ottenendo riscontri positivi.
Non solo la Germania (prima a schierarsi al fianco del nostro Paese) ma anche la Repubblica Ceca, la Lituania, la Romania, l'Olanda e la Bulgaria. «Abbiamo parlato del problema dell'inquinamento dei jet privati, quando le scelte austriache provocano decine di chilometri di code. Una situazione insostenibile ha fatto notare Salvini ai colleghi dei Paesi membri - I Trattati e la libera circolazione devono valere per tutti».
Un ragionamento che ha convinto anche il commissario europeo Adina Valean.
Ma Salvini è riuscito a trovare convergenza anche con altri paesi, perfino con la Francia, in merito ai regolamenti stringenti sull'utilizzo delle auto inquinanti. «Teniamo i piedi per terra» ha detto il ministro ai suoi omologhi, aggiungendo che la stretta rischia di penalizzare imprese e lavoratori. «Siamo molto soddisfatti», è il bilancio che ci arriva a fine giornata.
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