Un decreto per consentire la permanenza scolastica ai bambini non vaccinati delle scuole di infanzia 0-6 anni. È quello che chiede il vicepremier e ministro dell'Interno Matteo Salvini in una lettera alla collega della Salute, Giulia Grillo. "L'intento del procedimento - scrive il responsabile del Viminale - è quello di garantire la permanenza dei bambini nel ciclo della scuola dell'infanzia, evitandone l'allontanamento e la decadenza dalle liste scolastiche, essendo ormai giunti alla conclusione dell'anno". Per Salvini è necessario "evitare traumi ai più piccoli" e quindi è necessario "prevedere il differimento degli obblighi in scadenza al 10 marzo contenuti nella legge Lorenzin".
Intanto, il 10 marzo è l'ultima data utile entro la quale i genitori dei bambini iscritti al nido e alla scuola dell'infanzia devono presentare la prova delle avvenute vaccinazioni, pena l'esclusione dei loro figli dalla frequenza.
"Dissento dalla proposta del ministro dell'Interno. È vero che bisogna tener conto delle esigenze di tutti, ma non ci si può dimenticare dei bambini più deboli e con problemi di salute che non si possono difendere e soprattutto non hanno scelta. Non ci possono essere bambini di serie A e di serie B", ha dichiarato il presidente dell'Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli. Che poi ha aggiunto: "Le leggi devono essere rispettate. Quella sui vaccini è una legge e non può essere soggetta a continui differimenti".
"Nessun trauma per i bambini, basta essersi vaccinati o almeno aver iniziato il percorso di immunizzazione". Così il presidente della Sipps (Società italiana di pediatria preventiva e sociale) Giuseppe Di Mauro replica alla lettera del ministro dell'Interno Matteo Salvini. "Scegliere di non immunizzare i propri figli non è un fatto personale, come spiego ai genitori: le conseguenze - dice il pediatra all'Adnkronos Salute - non si ripercuotono su mamme o papà, ma sui loro bimbi che non sono protetti e soprattutto sugli altri piccoli, che per ragioni di salute non possono essere vaccinati. Bisogna dirlo chiaramente: in questo modo si mette a repentaglio la salute pubblica della comunità.
Dunque eviterei un decreto o una misura simile a quella chiesta dal ministro degli Interni soprattutto in un momento storico in cui si sono ottenuti risultati di copertura eccezionali, dovuti alla maggior attenzione sul tema e alla legge sull'obbligo vaccinale".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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