Salvini spegne i sogni del Pd sul Mattarella bis. Lo "stupore" del Colle

Il leader della Lega boccia un possibile Mattarella bis: "Ha già detto cosa vuole fare, è giusto il cambio". Ma intanto la sinistra continua a sperare e ci prova

Salvini spegne i sogni del Pd sul Mattarella bis. Lo "stupore" del Colle

I risvolti della partita del Quirinale restano legati alle mosse dei partiti, che in realtà devono ancora preparare le stretegie giuste per non farsi trovare impreparati all'importante appuntamento politico. La precedenza viene data alla manovra, ma subito dopo l'approvazione di fine anno si apriranno le danze che culmineranno con l'elezione del prossimo presidente della Repubblica. Mentre il toto-nomi è già impazzito sul prossimo inquilino del Colle, la sinistra spera in un secondo mandato di Sergio Mattarella. Uno scenario che però è stato prontamento sferzato da Matteo Salvini, che invece vuole puntare su una figura nuova rispetto all'attuale capo dello Stato.

Il "no" di Salvini

Il leader della Lega è stato chiarissimo in merito e, cogliendo al balzo le intenzioni fatte trapelare dal presidente della Repubblica, ha ribadito un secco "no" alla conferma di Mattarella: "Mi sembra che abbia detto cosa vuole fare, va rispettata la sua volontà ed è giusto il cambio". In effetti il capo dello Stato più volte ha già lasciato intendere di non essere disponibile a restare al Quirinale, citando ad esempio Giovanni Leone e ricordando le posizioni favorevoli alla non rieleggibilità del presidente della Repubblica e l'eliminazione del semestre bianco.

Per Salvini "tutti i candidati sono candidabili" per la corsa al Colle. La facoltà di decidere spetterà ovviamente al Parlamento e ai grandi elettori, che per eleggere il prossimo capo dello Stato dovranno convergere su una figura non di parte e possibilmente trasversale. Insomma, un profilo non divisivo e che - nelle intenzioni della Lega - non sia "palesemente schierato a sinistra".

La mossa della sinistra

Eppure il fronte rosso continua a sperare in un Mattarella bis. Anche perché significherebbe far restare Mario Draghi a Palazzo Chigi, allontando l'ipotesi di elezioni anticipate che rappresenta una forte agitazione per molti parlamenti che vogliono maturare la pensione a settembre.

Nelle ultime ore il Partito democratico ha depositato il disegno di legge costituzionale che interviene sugli articoli 85 e 88 della Carta in materia di rieleggibilità del presidente della Repubblica e di esercizio del potere di scioglimento delle Camere. Verrebbe da pensare che in tal modo il Pd intende mettere il bastone tra le ruote a un ipotetico Mattarella bis. In realtà l'interpretazione va in tutt'altra direzione.

Paradossalmente l'effetto potrebbe essere il contrario e si fonderebbe su una sorta di ingorgo istituzionale. Come spiegato da Stefano Folli su La Repubblica, va considerato che il settennato del prossimo capo dello Stato potrebbe scontare ben due riforme costituzionali: una sul taglio dei parlamentari e l'altra relativa alla possibile modifica dei poteri presidenziali. Ecco perché Folli si pone una domanda non banale: "Si va a eleggere un presidente per sette anni o un presidente che potrebbe giudicare opportuno, dopo le elezioni del ‘23, prendere atto che la Costituzione è stata modificata proprio nel rapporto tra il Quirinale e il Parlamento?". La sinistra continua a sperare in un Mattarella bis, nonostante tutto.

Lo stupore del Colle

Dal Quirinale trapela un certo "stupore" per le interpretazioni sul disegno di legge costituzionale per cancellare il semestre bianco e inserire il divieto di rielezione del presidente

della Repubblica. La circostanza che in Parlamento ci si proponga di inserire nella Costituzione questo divieto - viene fatto notare - è infatti motivo di ulteriore conferma della ben nota opinione dell'attuale presidente.

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