Crisi di governo, Salvini: "Prima o poi torneremo al voto e vinceremo"

Salvini aspetta i giallorossi al varco delle prossime elezioni e allo Speciale Tg1 su Rai1 dice: “In base alle logiche della vecchia Repubblica forse ho fatto un autogol, ma prima o poi dovremo tornare al voto”.

Crisi di governo, Salvini: "Prima o poi torneremo al voto e vinceremo"

Non è pentito e rifarebbe tutto (apertura della crisi inclusa) il leader del Carroccio Matteo Salvini che si prepara a lasciare il Viminale e all’opposizione dura al governo giallorosso. Una scelta obbligata quella di interrompere il percorso con i Cinque Stelle perché “negli ultimi mesi qualcosa si era rotto”, spiega nel corso dello Speciale Tg1 su Rai1.

La frattura con gli ex alleati è diventata insanabile nell’ultimo periodo ma, tirando le somme sull’esperienza trascorsa, il ministro dell’Interno uscente dice: “Abbiamo lavorato bene e tanto”. Avventurandosi negli scenari futuri, quelli di un’alleanza che nessuno, neppure lui, avrebbe mai messo in conto, Salvini è scettico: “Qui abbiamo un potenziale governo che ha cominciato a litigare prima ancora di cominciare a lavorare”. Una partenza non proprio da manuale. Eppure qualche convergenza sembra esserci: l’anti-leghismo e l’attaccamento alla poltrona. Ma se questo basta per allontanare nell’immediato lo spettro del voto anticipato e formare un nuovo governo, ne è sicuro Salvini, prima o poi per Cinque Stelle e Partito Democratico arriverà la resa dei conti. “Non possono scappare dal voto”, commenta caustico.

E quando i nodi verranno al pettine, la Lega sarà pronta a raccogliere i frutti. “In base alle logiche della vecchia Repubblica forse ho fatto un autogol, ma prima o poi - ricorda il leader - dovremo tornare al voto”. Una strategia, quella approntata dal numero uno del Carroccio, che guarda al di là dell’orizzonte. È la filosofia di chi aspetta di veder passare il cadavere del nemico lungo il fiume. I primi banchi di prova ci saranno già in occasione delle prossime regionali (Umbria, Calabria, Emilia Romagna e Toscana) dove i dem, nella speranza di mettere all’angolo la Lega, hanno già ventilato l’ipotesi di dialogo coi grillini. Ma i tentativi di indebolimento non spaventano Salvini:“La Lega governa migliaia di Comuni, la metà delle regioni italiane, ci saranno altre elezioni regionali, mentre i 5 Stelle vogliono diventare un pezzettino del Pd. Ci sarà un monocolore del Pd perché Conte è del Partito Democratico e hanno chiesto anche il vicepresidente”.

Sul ricompattamento del centrodestra, unito in queste settimane dalla richiesta di ritorno alle urne, invece, il leader della Lega si mantiene sul vago.

E se Giorgia Meloni oggi ha evocato la piazza contro l’inciucio, scatenando polemiche e preoccupazioni da parte dei commentatori, Salvini assicura che le mosse future saranno all’insegna di “buonsenso e buongusto”. Da contrapporre, conclude, allo “squallido spettacolo di scambio di poltrone di queste ore”.

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