
Matteo Salvini si prende la scena e sale in cattedra per la decima edizione della Scuola politica della Lega. Un intervento forte in cui ribadisce la sua linea critica verso l'Unione Europea, la sua avversità al Piano Rearm Europe, ribadendo di voler tener duro sulla candidato per la Regione Veneto.
«Noi non imponiamo niente a nessuno, sicuramente la tradizione di buon governo della Lega in Veneto è sotto gli occhi di tutti e quindi tendenzialmente squadra che vince non si cambia, però siamo una coalizione, troveremo sicuramente l'accordo - avverte gli alleati -. Diciamo che amministratori leghisti in Veneto, in grado di proseguire lo straordinario cammino di Zaia, ne abbiamo tanti».
Nel mirino del segretario della Lega c'è, come sempre, l'Unione Europea che assomiglia a «un club, dove noi paghiamo la nostra tessera associativa e c'è chi ha la tessera gold e fa quello che vuole». E li chiama per nome: «Sono i tedeschi che comprano armi, i francesi di Emmanuel Macron che si sente Napoleone e gli spagnoli di Pedro Sanchez che tratta direttamente con la Cina per salvare il jamon iberico». «Io non sono anti, ma pro - aggiunge -. Io odio l'arroganza e la violenza di chi salta la fila, e l'Ue è fondata su questo». Ora nella visione di Bruxelles «il pericolo e la minaccia vengono da Washington, poi verranno da Pechino, Gerusalemme... A Bruxelles sono fuori fase: prima hanno usato la parola riarmo, poi hanno cambiato il nome da Rearm Eu a Readiness 2030, cioè Prontezza 2030. Allora, siamo ad aprile 2024 e parlare di prontezza 2030 è un ossimoro. Quindi noi spendiamo ora in armi e nel 2030 ci difenderemo?».
Salvini sostiene la missione di Giorgia Meloni a Washington. La premier «prova a essere sintesi tra gli Stati uniti e l'Europa», per poi ribadire: «Spero, penso e lavoro perché il 2025 sia l'anno della pace, è la più grande conquista che si può portare in dote ai nostri figli. La Lega ha il dovere di contrastare chi, anche con le parole, vuole contrastare il processo di pace».
«È bello che sia il governo italiano a essere portavoce dell'accordo, di dialogo e unità. Le guerre commerciali e militari nel 2025 sono la fine, la sconfitta dell'uomo e quindi come mi auguro che nessuno a Bruxelles ostacoli il percorso di pace tra Ucraina, Russia e Stati Uniti, così nessuno alimenti guerre commerciali che ci vedrebbero soccombere. Tra Cina e Usa, se l'Unione europea si mette a fare guerre e usare i bazooka economici, come qualche scellerato dice, per le nostre imprese e i nostri lavoratori la vedo male».
Il focus del lavoro del governo deve essere puntato sulla «messa in sicurezza dei posti di lavoro, questa è la nostra priorità e questo non prevede guerre commerciali, quindi dazi e controdazi, e non prevede riarmi europei, eserciti europei, armi tedesche, missili tedeschi o carri armati
francesi. Questo assolutamente non lo prevede. Qualcuno a Bruxelles o a Parigi parla ancora di ombrello nucleare, di bazooka ed esercito europeo. Noi diciamo assolutamente no, è il momento della pace e di costruire la pace».
Quando la UE propose una Costituzione europea che però necessitava di una ratifica popolare tramite referendum, nel 2005 gli eroici cittadini ed elettori francesi ed olandesi bocciarono sonoramente quella schifezza che i vari "servitori della UE" , Prodi in testa avevano elaborato.
Da allora la UE fa di tutto per non sottoporre il suo potere al giudizio del voto dei cittadini.
E del resto anche il Parlamento UE è di fatto una farsa.
La UE è una oligarchia tecnocratica e burocratica, una sovrastruttura per dominare i popoli.